«È offensivo pensare che i dipendenti pubblici modenesi si ammalino meno dopo i minacciosi proclami del ministro Brunetta. In realtà “l’effetto Brunetta” è un trucco, il tipico giochino estivo inventato a uso e consumo dei media». I sindacati modenesi del pubblico impiego Cisl-Fp, Fp-Cgil, Uilp-Uil e Uil-Pubblica amministrazione ribadiscono quanto già affermato nei giorni scorsi dopo l’uscita del “decreto Brunetta” (25 giugno).

«Nelle amministrazioni pubbliche modenesi l’assenteismo dei lavoratori è attestato da anni su livelli del tutto fisiologici – afferma Nadia Francia, della Cisl-Fp – Non abbiamo dati ufficiali riferiti a luglio, ma conosciamo bene la situazione degli enti pubblici modenesi, che frequentiamo quotidianamente per incontri, trattative, vertenze, assistenza agli iscritti ecc. Ebbene, la nostra sensazione è che non sia cambiato nulla rispetto a prima. La stragrande maggioranza dei nostri “travet” si assenta solo quando non può proprio farne a meno. Pensare il contrario significa, tra l’altro, mettere sotto accusa anche i medici di famiglia e ritenerli compiacenti.
Insomma, siamo fuori dalla realtà delle cose». Per sindacati “la guerra ai fannulloni” proclamata da Brunetta è un alibi per non mettere mano seriamente a un progetto concreto e reale di riforma della pubblica amministrazione.
L’obiettivo reale di ministro e governo, infatti, è tagliare le risorse per il pubblico impiego e, di conseguenza, ridurre e indebolire i servizi pubblici. «Noi siamo favorevolissimi a una riforma della pubblica amministrazione che affronti anche il problema dell’assenteismo. Ricordiamo, però, che tra pubblico e privato la differenza oggi è di appena 1,3 punti percentuali, mentre cinque anni fa i punti erano sei.
Quindi – concludono Cisl-Fp, Fp-Cgil, Uil-Fpl e Uil-Pubblica amministrazione di Modena – finiamola con gli insulti e le minacce e si metta mano a una riforma strutturale della pubblica amministrazione che agisca concretamente sull’organizzazione del lavoro».