“Bene l’intenzione di fare una legge regionale sulla sicurezza del lavoro, ma per garantire regolarità, lotta al lavoro nero e una precisa individuazione delle responsabilità sulla sicurezza, al testo del progetto di legge necessita uno specifico capitolo dedicato ai controlli”. E’quanto ha affermato questa mattina Ciro Donnarumma, segretario generale regionale dei lavoratori edili (Filca) della Cisl al termine del convegno “Cantiere Sicurezza-Progetto di legge regionale “Tutela e sicurezza del lavoro nei cantieri edili e di ingegneria civile”, organizzato a Bologna dal gruppo Assembleare PD – Regione Emilia Romagna.

In particolare, tra le misure necessarie la Filca Cisl dell’Emilia-Romagna ne indica alcune:

1) rendere obbligatorio l’iscrizione alla Cassa Edile del territorio ove si svolgono i lavori;

2) l’obbligo per i lavori privati di avere, dalla Cassa Edile del territorio ove sono stati effettuati i lavori, il DURC ( Documento unico di regolarità contributiva) di fine lavoro come condizione di regolarità;

3) nei lavori pubblici, l’obbligo della Stazione appaltante di comunicare alla Cassa Edile del territorio l’aggiudicazione dei lavori ( appalti, servizi, forniture), con anche comunicazioni successive alla Cassa Edile dei subappalti autorizzati in corso d’opera;

4) la Regolarità si deve ottenere con lo strumento della congruità (attraverso in ccnl e gli avvisi comuni ) e deve incidere sui meccanismi premiali, anche attraverso l’erogazione di benefici ai lavoratori.
Ed infine, la categoria sindacale della Cisl dà una precisa indicazione ad incentivare gli Osservatori territorriali ed il sistema telematico delle pubbliche comunicazioni (esempi sono le notifiche USL attraverso gli sportelli unici dove sono collocati che si intrecciano con i Professionisti e Committenti, i Comuni, ASL, Cassa Edile, attraverso un Documento unico telematico valido per le varie pratiche relative a permesso di costruire, Dia, Superdia, Inizio lavori, ecc…).
Mentre nel merito specifico delle misure riguardanti la sicurezza, la Filca chiede che i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale (RLST) abbiano un ruolo maggiore attraverso gli organismi paritetici ( i Comitati paritetici territoriali per la sicurezza), entrando indistintamente su tutti i cantieri con funzioni anche di controllo attraverso protocolli Regionali e territoriali, che i Piani territoriali d’intervento vengano coordinati e programmati su base territoriale per soggetti e fasi lavorative e che ci sia una verifica delle ditte individuali, i cosiddetti autonomi, attraverso gli indicatori di subordinazione previsti dalla Legge quadro dell’artigianato che determina lo status di dipendente o indipendente per i cosiddetti artigiani singoli.

Proprio per tutta questa serie di motivi, Donnarumma chiede all’Amministrazione regionale di “essere promotrice e capofila di un fronte comune composto da sindacati,associazioni artigiane e le istituzioni, con l’obbiettivo di costruire un quadro di regole più preciso, anche su base negoziale, ed evitare che la polverizzazione degli addetti renda precaria e incerta l’applicazione delle tutele di sicurezza in un settore che si evidenza come il settore più a rischio in assoluto per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro.
E i dati diffusi proprie in questi ultimi giorni dall’Inail ne sono una inconfutabile testimonianza Infatti, anche se nel 2007 gli infortuni nell’edilizia in Emilia Romagna sono stati 11.800, rispetto agli oltre 100.000del dato nazionale, con un forte calo rispetto al 2006, quella emiliano-romagnola rimane la seconda regione in Italia per infortuni dopo la Lombardia”.