In questo periodo di crisi i datori di lavoro stanno veramente diventando creativi, o meglio, completano la loro vena artistica già ultra creativa in merito all’utilizzo delle varie forme contrattuali quali, co.co.pro, co.co.co, mini co.co.co., associati in partecipazione, ecc… e adesso anche i licenziamenti sono creativi.

Non più lettere o telefonate, anche i licenziamenti orali non sono più di moda, oggi si chiudono le attività… infatti pochi giorni fa i lavoratori (a progetto…) del negozio di
fotografia Clod Store presso il centro commerciale “I Portali” di Modena si sono trovati il negozio sbarrato dopo mesi di pagamenti irregolari e saltuari… Questa è l’ennesima riprova che nel nostro paese ci sono vasti gruppi di lavoratori che vivono sotto questa minaccia costante e sono nella situazione di non poter accedere ad ammortizzatori sociali come la cassa integrazione.
In pratica i lavoratori precari vivono in assenza di misure di tutela operative ed efficaci, vista la mancanza di risorse adeguate, la parzialità o la totale assenza delle stesse.
I lavoratori precari hanno pagato prima di tutti e in maniera più pesante gli effetti della crisi, infatti tanti di loro non hanno avuto i contratti
prorogati già nei mesi scorsi, (magari dopo anni di lavoro precario) quando ancora il Governo negava la reale portata della crisi.
Nel lavoro interinale diminuiscono progressivamente, in tutti i settori produttivi, le missioni e molte di quelle in scadenza al 31.12.08 non hanno avuto il rinnovo previsto.
I collaboratori a progetto, spesso dipendenti camuffati, possono essere espulsi dal lavoro con più facilità e nessuna tutela; le partite IVA risentono della stagnazione del mercato. In pratica si tratta di veri e propri “licenziamenti bianchi”.
Anche gli interventi del Governo a sostegno di questi lavoratori precari che perdono il posto, sono veri e propri “spot” pubblicitari, in quanto
risultano essere provvedimenti di facciata tesi a creare tra i lavoratori aspettative puntualmente disattese, in quanto privi di una concreta
esigibilità, come è accaduto per i collaboratori, illusi del Governo di poter usufruire di una sorta di indennità di disoccupazione, ma nei fatti
si tratta di un provvedimento inesigibile perché eccessivamente complicato e restrittivo nei requisiti.

NIdiL-Cgil continuerà la sua iniziativa per superare l’esclusione dei lavoratori precari dall’attuale rete di protezioni sociali, per far valere a pieno titolo il loro diritto di cittadinanza sociale, per costruire tutele nuove per le nuove modalità di lavoro, per combattere gli abusi e le
illegalità.
Per quanto riguarda i lavoratori di Clod Store, NidiL ha intrapreso una vertenza contro la proprietà per tutelarli nei loro diritti.