Diecimila metalmeccanici e dipendenti pubblici venerdì a Roma dall’Emilia Romagna, per la manifestazione nazionale indetta da Fiom-Cgil e Fp-Cgil nella giornata di sciopero generale proclamato insieme: è l’obiettivo di partecipazione annunciato questa mattina in una conferenza stampa dai segretari generali regionali Gianni Scaltriti (Fiom) e Marina Balestrieri (Fp).

Dalla regione sono in partenza per Roma tre treni speciali da Bologna, Modena, Reggio Emilia e 100 pullmann già prenotati (ma gli organizzatori pensano di arrivare a 120), senza contare i mezzi autorganizzati. Per la manifestazione sono previsti tre cortei e le conclusioni del leader nazionale Cgil Guglielmo Epifani.
NO all’accordo separato sul sistema contrattuale, che non tutela il potere d’acquisto dei salari, limita il diritto di sciopero, indebolisce il contatto nazionale, non garantisce la contrattazione di secondo livello; NO ai provvedimenti del ministro Brunetta che riducono il welfare, attaccano il contratto e i diritti dei dipendenti pubblici, licenziano i precari della pubblica amministrazione da luglio (4.500 in Emilia Romagna); queste le parole d’ordine centrali della giornata di lotta, che inoltre intende premere sul governo per l’adozione di serie misure di fronte alla grave crisi, a tutela dei lavoratori, contro i licenziamenti e con l’estensione degli ammortizzatori sociali. Ma il conto presentato da Scaltriti e Balestrieri comprende ulteriori ragioni di mobilitazione, in particolare l’attacco al Testo unico sulla sicurezza del lavoro, con le modifiche che non riconoscono gli Rls (rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza) nelle aziende sotto i 16 dipendenti e l’obbrobrio del disegno di legge sulla sicurezza che discrimina i lavoratori stranieri e viola il diritto alla salute, spingendo i medici a denunciare gli immigrati clandestini che chiedono assistenza.

“E non bastava – sottolinea Marina Balestrieri – la campagna denigratoria sui fannulloni, adesso Brunetta si scatena anche per obbligare le lavoratrici del pubblico impiego ad andare in pensione a 65 anni, per riaprire in realtà tutto il capitolo pensioni e ritoccare ancora l’età al rialzo per tutti. Si tagliano i servizi, si taglia il lavoro, si mandano a casa migliaia di precari che sono soprattutto lavoratrici: la condizione delle donne diventerà più pesante”.
“La crisi morde anche in Emilia Romagna: al momento – ha spiegato Gianni Scaltriti – oltre quarantamila metalmeccanici sono interessati a sospensioni dal lavoro, cig ordinaria, straordinaria e procedure di mobilità, mentre aumentano le situazioni di crisi aziendali e il peggio deve ancora venire. Nelle tante assemblee fatte in questo periodo, emerge un clima teso, una grande preoccupazione, aggravata in alcune aziende da atteggiamenti intimidatori per scoraggiare lo sciopero. Ma è forte anche la protesta diffusa per un accordo separato che penalizza salari già magri e sul quale i lavoratori non hanno voce: se siete divisi, chiedono in molti, perché non fate decidere a noi?”

I due sindacalisti rimarcano inoltre il valore dell’inedita protesta promossa per la prima volta insieme dalle due categorie Fiom e Fp, contro ogni tentativo di dividere lavoratori pubblici e privati e per sancire una nuova unità sulla difesa dello stato sociale, del lavoro e sulla democrazia sindacale. Su questo fronte la Fp-Cgil è rafforzata dai risultati del referendum effettuato (9/10 febbraio) tra i dipendenti dei ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici sul nuovo contratto separato che li riguarda, non sottoscritto dalla Fp. In Emilia Romagna su 13.438 addetti hanno partecipato al voto in 6.629 (49%), bocciando nettamente l’accordo con un abbondante 90% di voti contrari. Un risultato straordinario, secondo la Fp, considerando che i votanti sono oltre il doppio degli iscritti all’organizzazione in quei comparti.