“Iris ceramica dovrà vivere alla giornata”: con queste parole Romano Minozzi ha commentato per la prima volta la vertenza Iris Ceramica, iniziata a gennaio con l’annuncio della messa in liquidazione. La vicenda si è chiusa il 27 febbraio con la firma dell’accordo che scongiura i licenziamenti e garantisce continuità con un nuovo piano aziendale.

Romano Minozzi ha accettato di parlare della vicenda Iris a margine della conferenza stampa con cui è stato annunciato il ritorno di Graziano Verdi alla guida di GranitiFiandre. “Il piano industriale – ha sottolineato Minozzi – è stato redatto dall’avvocato Pifferi, ma deve essere chiaro che la forza lavoro e gli stabilimenti devono essere flessibili in relazione al portafoglio ordini di Iris. Si devono adattare al mercato Iris, noi ovviamente faremo di tutto di più per accrescere il mercato ma noi non sappiamo come sarà il futuro.

Dichiarazioni arrivate dopo che Minozzi aveva rivendicato la scelta di messa in liquidazione, fatta, a suo dire, dopo un’analisi attenta della situazione e con un progetto preciso che però non ha voluto svelare, perché non andato in porto. “Anche io faccio degli errori – ha detto Minozzi – ho commesso un errore di ingenuità non valutando che in Italia non si fa distinzione tra le persone fisiche e le società. Per me quelle era l’unica scelta per non dissipare il patrimonio della società. Le imprese hanno come obiettivo la creazione di ricchezza, la mia scelta nasceva dalla necessità di non dissiparla”.
“Avevo un progetto che non è andato in porto – ha raccontato – se Romano Minozzi prende una decisione come la messa in liquidazione di Iris Ceramica è ovvio che ha qualcosa in testa, ma non mi hanno permesso di farlo”. Alla domanda di un giornalista sulla possibilità di portarlo a termine in futuro ha risposto: “mai dire mai”, aggiungendo che il suo progetto non prevedeva esuberi: “non ho mai pensato di licenziare centinaia di persone, io cerco di fare aziende etiche e ritengo che non sia etico fare debiti per sostenere aziende in difficoltà”.