festival_filosofia_piazzagaribaldiAncora per un giorno Modena, Carpi e Sassuolo sono le capitali della filosofia con lezioni magistrali, mostre, spettacoli, rassegne di film, letture, giochi per bambini e cene filosofiche. Il festival si chiude domani con grandi nomi: Umberto Galimberti, Emanuele Severino, Stefano Rodotà, Jean-Luc Nancy, Jon Elster sono alcuni dei filosofi che propongono le loro lezioni magistrali. Ricco anche il programma di eventi collaterali: in calendario appuntamenti con artisti importanti come Ermanno Cavazzoni e Ivano Marescotti.

Programma filosofico
Domenica mattina sono previste sei lezioni magistrali: il filosofo morale Avishai Margalit declina il tema del festival attraverso la parola-chiave della nostalgia, sottolineando come le comunità si costituiscano attorno a memorie condivise e a peculiari rielaborazioni del passato (Modena, Chiesa di S. Carlo, 10.00); una delle strategie di costruzione comunitaria più originarie, che fa leva sulle pulsioni e i desideri inscritti nella psiche dei singoli, è quella erotica, tema della lezione di Umberto Galimberti (Modena, Piazza Grande, 11.30). Su uno sfondo che risale fino alla cultura dell’antica Grecia, Umberto Curi ricostruisce da parte sua la figura dello straniero e la sua traiettoria nel pensiero occidentale (Carpi, Piazzale Re Astolfo, 10.00); si prosegue con una lezione di Aldo Bonomi sul “vicinato” (Carpi, Piazza Garibaldi, 11.30); a Jean-Luc Nancy, una delle più originali voci filosofiche contemporanee, è affidata una riflessione sulla radice comune dell’esperienza umana, centrata sull’essere con gli altri e sull’originaria priorità della relazione (Sassuolo, Piazza Garibaldi, 10.00). Il pomeriggio prosegue con altri sette interventi: Elena Pulcini dimostra come le comunità possano risultare oppressive, soffocanti e conflittuali, facendo leva su meccanismi di paura che vengono disinnescati solo attraverso il ricorso a una nuova nozione di cura e di responsabilità (Modena, Chiesa di San Carlo, 14.30). Jon Elster, uno dei più innovativi filosofi delle scienze sociali, discute in particolare la giustizia riparatrice, per la quale società lacerate da guerre civili o crimini contro l’umanità risultano capaci di riconciliazione legale e comunitaria (Modena, Piazza Grande, 16.00); il giurista Stefano Rodotà affronta il concetto di autodeterminazione, tema cruciale in cui si esprime il difficile rapporto tra libertà individuali e norme comuni (Modena, Piazza Grande, 17.30). L’attuale fertile stagione di ricerche neuroscientifiche offre una sfida di pensiero anche al discorso sulla morale: la filosofa Roberta de Monticelli discute l’incrocio tra basi naturali e costruzione culturale della morale, mostrandone la convergenza su temi come l’empatia e la partecipazione emotiva al “senso comune”. Salvatore Natoli mostra le radici dell’idea di fiducia, componente essenziale dell’esperienza non solo nella sua dimensione privata (Carpi, Piazza Garibaldi, 17.30); la politica ha bisogno di altruismo o di condivisione? Laura Boella dà la sua risposta in una lezione sull’altruismo (Sassuolo, Palazzo Ducale, 15.30). Carlo Sini presenta una lettura innovativa del principio di carità, intesa come capacità di scelta «nel nome del terzo» (Sassuolo, Piazza Garibaldi, 17.30). Il programma filosofico del festival si arricchisce quest’anno della nuova sezione “la lezione dei Classici”: eminenti esperti commentano i testi che hanno maggiormente segnato la riflessione sulla questione della comunità, da Agostino a Derrida, da Schmitt a Marx, da Hobbes a Arendt. Domani 20 settembre prendono la parola Carlo Galli, che approfondisce la rivoluzione operata nel pensiero politico e giuridico da Carl Schmitt, attraverso l’analisi de “Il nomos della terra” (a Carpi alle 14,30, presso la Biblioteca Loria), e Maurizio Viroli, che ricostruisce la nascita del repubblicanesimo moderno e degli ideali di partecipazione civica nei “Discorsi” di Niccolò Machiavelli (a Sassuolo alle 14.30, presso il Palazzo Ducale).

Letture, teatro e performance
Uno scrigno delle virtù eroiche e civili per ragazzi: è il libro “Cuore” di Edmondo De Amicis, protagonista a Carpi domenica 20 settembre di una staffetta di lettura integrale. Pubblicato il primo giorno di scuola nel 1886, il romanzo passò di cartella in cartella, di mano in mano, raggiungendo in pochi decenni il milione di copie vendute. I racconti del maestro Perboni, personaggi come Garrone, Derossi, Coretti, Franti e la maestrina dalla penna rossa sono entrati stabilmente a far parte dell’ethos comune con il loro corredo di amor patrio, abnegazione, rispetto per l’autorità e pazienza nelle tribolazioni. (Carpi, Palazzo dei Pio, Sala dei Cervi, dalle ore 17.00).
In una zona ben circoscritta del Po, lunga circa 30 chilometri, chi fugge la comunità perché ne è cacciato o perché non ce la fa più a sopportarla, finisce per fare il pittore. Questo fenomeno ha creato una comunità alternativa di solitari, che dal Po e dalla pittura ricava una qualche virtù medicinale o di conforto. Le loro gesta e le loro malinconiche visioni sono affidate al sottile umorismo di Ermanno Cavazzoni, che domani alle 21.00 nella Chiesa di San Carlo a Modena ne farà l’elogio in una lettura interamente inedita: “Comunità di solitari pittori del Po e altre comunità disgraziate di fiume” (Modena, Chiesa di San Carlo, 21.00). Ivano Marescotti – alle 21.30 in Piazza Garibaldi a Carpi – propone letture e racconti da Raffaello Baldini, di cui è il maggiore interprete. “La fondazione” scritta in dialetto romagnolo, trasposta in italiano dallo stesso Marescotti, è un testo sulle cose che svaniscono e sul desiderio di conservarle, sulle cose che non servono a niente, ma di cui è fatto il mondo comune che ci consente di essere umani. Il protagonista è un personaggio un po’ matto, che colleziona ossessivamente i più assurdi oggetti del passato, ed è preso dall’idea di dar vita a una Fondazione che tenga viva la memoria delle cose più sfuggenti e dei pensieri.

Musica

Una pedana di 500 metri quadrati, otto strumentisti navigati e tutto il repertorio del “vai col liscio”: valzer, tango, polke e mazurche, ma anche salsa e merengue. Miglior farmaco contro l’apatia, il liscio si assume rigorosamente in coppia, scalda le vene e spiana le rughe. Dalle 21.00 alle 24.00 in Piazza Roma a Modena tutti in balera con una maratona di liscio! (Modena, Piazza Roma, 24.00).
Un concerto live nel segno del folk contemporaneo chiude a Modena l’avventura del festival, nel cortile Berengario dell’Ex Ospedale Sant’Agostino, riallestito dallo Juta cafè. Le Mange-Tout sono fondamentalmente Germana, natia di Genova, Nathalie, di Le Havre, e la semplice ma penetrante magia che sprigiona la loro musica, tutto merito dell’ukulele e delle chitarre pizzicate, della fisarmonica, delle tastierine casio e del glockenspiel. Folk trasparente, cuore melodico e voci intrecciate che rimandano direttamente al mondo incantato di Cocorosie (Modena, Ex Ospedale Sant’Agostino, 22.00).
Per chi ama un repertorio più classico l’appuntamento è con l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna alle 21.00 presso il Teatro Carani di Sassuolo. Il programma onora sia Haydn che Mendelssohn, figure basilari non solo per la musica tedesca mondiale, ma anche per la storia della cultura europea tra fine Settecento e primi dell’Ottocento (Sassuolo, Teatro Carani, 21.00).


Cinema

Comunità è libertà o costrizione? Dove comincia e dove finisce la libertà del singolo all’interno di una collettività? Due rassegne cinematografiche, a Modena e Sassuolo, affrontano da vicino questa tematica portando sullo schermo pellicole di ieri e di oggi. “L’analisi minuziosa dei meccanismi di funzionamento di realtà chiuse, delle logiche che governano la vita di comunità isolate o separate rispetto a un contesto sociale più vasto” questo, come ha scritto il filosofo Umberto Curi, è il fulcro attorno al quale ruota tutto il cinema di Peter Weir. In collaborazione con curata l’Associazione Circuito Cinema, il festivalfilosofia ne presenta una retrospettiva quasi completa, curata da Alberto Morsiani: 8 delle 13 pellicole girate, fra cui alcune inedite in Italia, saranno proiettate nelle tre serate a Modena, all’Ex Ospedale Sant’Agostino e al Cinema Truffaut. Domani sera sono in programma Mosquito Coast del 1986 (ore 16.00 Sala Tuffaut), Master & Commander del 2003 (ore 18.15 Sala Tuffaut) e Picnic ad Hanging Rock del 1975 (ore 21.00 Sala Tuffaut).
A Carpi alle 21.00 viene proiettato il documentario “Cinememorie”: utilizzando materiali filmici depositati presso Archivi locali e nazionali, pubblici e privati, il documentario – della durata di circa 40’ – mostra gli intrecci tra identità personale e collettiva nell’esperienza di una comunità di provincia, quella carpigiana, che attraversa il ventesimo secolo nelle sue grandi trasformazioni lavorative, sociali e di costume (Carpi, Piazza Garibaldi, 21.00).
Sassuolo dà il proprio contributo cinematografico al nono festivalfilosofia, attraverso la rassegna “Cinecomunità”, curata anch’essa da Alberto Morsiani: sei film che approfondiscono realtà sociali molto diverse tra loro ma ben caratterizzate al loro interno. Nella Casa nel Parco di Sassuolo la rassegna si chiude con Fight Club di David Fincher (1999 – ore 20.30) e con The Beach di Danny Boyle (2000 – ore 23.00).

Mostre e installazioni

Con il festivalfilosofia inaugurano ben 27 esposizioni che mettono in mostra la comunità, fotografano le epoche, catalogano gli umani, rendono omaggio agli eroi: sono tutte gratuite e aperte nei tre giorni della manifestazione.
Ecco le mostre proposte dagli istituti culturali di Modena, Carpi e Sassuolo.
Cinque silenziose statue di bronzo accolgono il visitatore che si affaccia all’Atrio del Palazzo dei Musei di Modena. Il loro profilo arcaico e intemporale, lo sguardo privo di soggettività, l’enigmatica fissità dei gesti, l’ordine composto come in una rappresentazione cerimoniale ne segnalano subito il carattere simbolico e corale. Sono i “Testimoni”, fra le opere più alte di Mimmo Paladino che il festival ha voluto convocare come icona della comunità, rinnovando  e arricchendo l’amicizia che lega questo artista con la città di Modena. La collocazione dei “testimoni” nell’Atrio del Palazzo dei Musei, in dialogo straordinariamente espressivo con i resti classici del Lapidario, è stata resa possibile dalla collaborazione con Confindustria Modena.
Un viaggio per immagini partendo dalle piccole città, teatri dove si mettono in scena parole, gesti e valori comuni, in una sorta di etnologia del passato prossimo della provincia italiana. E’ questa la nota ispiratrice di un trittico di mostre fotografiche allestite nella sede di Modena in occasione del festivalfilosofia. La prima “Modena, dagli anni Venti al Dopoguerra”, presso la Biblioteca Civica d’Arte Luigi Poletti, raccoglie gli scatti d’epoca della collezione Umberto Tonini: testimoni e attori sono qui le piazze e i muri della città su cui sfilano – come su uno schermo – parole, messaggi, immagini dipinte e incollate che segnalano e commentano gli eventi della grande e piccola storia collettiva. Il decennio successivo è raccontato nella mostra “Anni ‘50: Modena e l’Italia della rinascita”, realizzata dal Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e allestita nei rinnovati locali dell’Ex Ospedale Sant’Agostino. Oltre 100 scatti in cui tute e divise, Vespe e Lambrette, le mitiche utilitarie Fiat, balere, corriere e cucine economiche si mostrano come veri e propri emblemi di una rinascita che non fu solo di Modena, ma dell’intero Paese.
Con un balzo verso il presente, la mostra di Olivo Barbieri “Site specific_MODENA 08”, presso la Galleria Civica, misura tutta la distanza percorsa: con uno sguardo eccentrico, già intriso degli sky-lines delle metropoli e delle global cities, l’autore osserva la città da un elicottero e ne restituisce un paesaggio a doppio fuoco: i quartieri edificati risultano virati come modelli disegnati a china, mentre affondi quasi pittorici vi catturano il gesto e la presenza di una umanità varia e nuova per provenienza e per costumi.
Lo sguardo eccentrico e alieno da ogni intento pittoresco caratterizza anche le opere fotografiche di Andreoni, Campigotto, Ferrero Merlino, Pirito, Rivetti, Thorimbert, esposte in “Due”, la mostra dedicata al secondo nucleo di acquisizioni della Collezione di fotografia contemporanea della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Il percorso espositivo – oltre 80 opere collocate negli spazi dell’Ex Ospedale Sant’Agostino – presenta paesaggi naturali resi come artifici, algide indagini in luoghi di tradizione, scarti di vite ordinarie e individui che osservano il deserto del reale chiusi nella loro particolare bolla protettiva.
Non la società italiana, ma quella americana con i suoi paradossi, miti e ideologie è il campo d’indagine della mostra “Christian Holstad. I Confess”, prima personale italiana dell’artista americano che alla Galleria Civica di Modena si “confessa” in una ideale via crucis dove scultura, disegno, collage e assemblage si sommano in un personalissimo riciclo di icone, ideologie e oggetti del recente passato statunitense.
La Galleria Civica propone anche la mostra di Ana Maria Bresciani “Omnia Vincit Labor”. Uno strumento di animazione dal nome tanto complicato quanto evocativo, il fenachistoscopio, una sorta di lanterna magica da cui è discesa l’invenzione del cinematografo, consente ai visitatori di interagire con una serie di immagini, tra cui la riproduzione di un quadro anonimo rinvenuto dall’artista nell’archivio del Patronato dei Figli del Popolo: una figura femminile, icona della Patria italiana, che accoglie al suo cospetto alcuni ragazzi in divisa, segno della dignità del lavoro (Omnia Vincit Labor) e del ruolo educativo e disciplinare che esso rivestiva nella cultura post-unitaria.
Misurazioni antropometriche, rappresentazioni “segnaletiche” fondate sulla fisiognomica, assimilazione dei tratti somatici a caratteristiche razziali portatrici di un giudizio di valore: nelle figurine tra ‘800 e ‘900 si visualizzano le trasformazioni di una cultura scientifica che stava includendo la razza nella cornice dell’evoluzionismo e gli usi di un pensiero sociale che assumeva connotati spesso apertamente razzisti. Quasi 800 se ne possono ammirare al Museo della figurina, dove la mostra People. Il catalogo degli umani fra ‘800 e ‘900 ripercorre come in una vera e propria enciclopedia il catalogo delle popolazioni allora conosciute, secondo piste di lettura che sottolineano la geografia delle razze, la specificità dei costumi e i paradigmi della classificazione (Modena, Museo della Figurina e Museo Civico Etnologico).
La mostra “Recto – Verso”, presso la Biblioteca Estense Universitaria, riflette la storia della Biblioteca e del suo patrimonio dall’apertura al pubblico (1764) fino ai giorni nostri. Documenti dell’archivio della Biblioteca, lettere, ritratti di bibliotecari, opere a stampa costituiscono un breve excursus sull’origine della raccolte e sul percorso compiuto per giungere alla maturazione del concetto di “apertura”.
I Musei Civici di Modena rendono omaggio a Garibaldi con la mostra “La stanza dell’eroe” che raccoglie come in una camera delle meraviglie le sue “reliquie laiche”: oggetti toccati o appartenuti al Generale, cimeli sorprendenti come quelli che costellarono la penisola di piccoli sacrari devozionali, portatori della nuova religiosità patriottica (Palazzo dei Musei – Musei Civici).

A Carpi Ascanio Celestini è l’autore dell’installazione “Oggetti smarriti”, presso il Museo del Deportato di Carpi: premendo un tasto, i poveri oggetti raccontano al visitatore la propria storia. “Il dilettevole giuoco dell’oca e la sua storia” è la mostra allestita a Palazzo dei Pio e presso la Torre dell’Uccelliera, sempre a Carpi: preziose tavole originali della Raccolta Bertarelli di Milano e del collezionista Piergiuseppe Piersanti documentano la storia di questo gioco antichissimo, le figure e i temi delle diverse caselle, il legame con la storia e col costume e anche la correlazione con altri giochi moderni di percorso.

A Sassuolo presso la Galleria Paggeriarte la videoinstallazione di Daria Menozzi “Moltitudine pubblica#1” allestisce i volti dei singoli che formano la comunità e, specificamente, quella di Spilamberto, in un montaggio che attraversa generazioni e culture.
Ogni anno il festivalfilosofia ha prodotto un’immagine ufficiale che ha interpretato in modo creativo il tema dell’edizione. Diffusa sul sito web e sui muri delle città nei giganteschi manifesti 6×3, questa immagine ha rappresentato il festival e la sua volontà di comunicare il sapere in forme inconsuete e popolari. La mostra “Manifestival” che arreda le pareti del grande corridoio dell’Ospedale di Sassuolo riunisce tutte queste immagini e porta il segno del festival anche a chi non può ritrovarsi quest’anno assieme agli altri nelle piazze della città.

Alle mostre proposte dagli istituti culturali di Modena, Carpi e Sassuolo, si affiancano 15 esposizioni ideate dalle gallerie d’arte private delle tre città. Per consultare l’elenco completo delle gallerie d’arte private che espongono per il festivalfilosofia e le schede relative a ciascuna mostra basta andare sul sito www.festivalfilosofia.it nella sezione “mostre e installazioni” e di qui cliccare in fondo alla pagina sul link “Le gallerie d’arte per il festivalfilosofia”.
Tra queste segnaliamo, a Modena, “Community Face”, proposta da Betta Frigieri Arte Contemporanea è la riflessione di Antonio Riello sul tema della comunità cittadina: due maschere in cartone raffigurano i volti di due emiliani “medi”, i cui tratti somatici si sono fusi con quelli di varie comunità etniche presenti a Modena, africane e orientali. I visitatori, durante le tre giornate del festival, sono invitati a indossare la riproduzione di queste maschere come segno di appartenenza, seppur temporanea, alla città Modena.
I “Piccoli Ulisse” dell’artista argentina Silvia Levenson, proposti nell’Open space della Galleria San Salvatore  viaggiano con canotti neri e remi di vetro: rappresentano alcuni dei tanti clandestini fatti sbarcare in un paese sconosciuto o prima ancora persi per mare e fanno riflettere sulla fragilità stessa del viaggio e dei nostri strumenti di salvezza. Nella stessa galleria anche  “Doppio gioco” di Mauro Ghiglione.
Esistono luoghi in cui la comunità ha depositato, conserva e tramanda le proprie memorie. Alla Galleria D406, nella mostra personale del modenese Andrea Chiesi “Comunità di memoria. I luoghi”, l’artista rappresenta con pitture a olio gli archivi storici e le biblioteche della città, colti nella suggestione di spazi vuoti, essenziali. Completano la mostra un centinaio di disegni che ritraggono la comunità come insieme indistinto di tante figure umane.
Alla Galleria Studio Vetusta l’artista Gilda Scaglioni partecipa alla riflessione sulla sulla memoria con la mostra “77: maramures, sapànta, cimitirul, vesel” curata da Patrizia Silingardi e Sonia Schiavone, con la consulenza di Adriana Jebeleanu. Il titolo dell’esposizione deriva da un remoto distretto della Romania: Maramures, dove si trova il Cimitirul Vesel della cittadina di Sãpanta, creato tra il 1934 e il 1977 dall’artista Joan Stan Patras: un cimitero fuori dell’ordinario in cui, attraverso la profusione cromatica e l’ironia degli epitaffi, vengono celebrate l’allegrezza e la gioia. Numerose le personali: Sabrina Miconi espone i suoi coloratissimi “Pinocchi and Friends” presso la Galleria Punto Arte; i collages e i diapo-collages di Dominique Vaccaro sono in mostra alla Galleria Amphisbaena; le tele di Mattia Scappini, dedicate ai “Confini passanti” sono esposte nella Galleria di Francesca Castelli.
Non mancano anche originali proposte “collettive”: la Galleria 42 Contemporaneo presenta Ottomani (Mattia Barbieri, Jorg Nittenwilm, Adriana Jebeleanu e Stefano Pasquini), un collettivo che lavora in sito a un’opera comune, mentre la Galleria Art Eqyp propone unità.com (Mauro Barbieri, Grazia Sarcina, Arnaldo Vignali, Francesca Pasquali e Bruno Pegoretti), una simultanea di artisti che incrociano diversi orientamenti stilistici.
A indirizzo storico ricostruttivo è infine la mostra “Le comunità spontanee. Modena 1969 – 1999”, che la Galleria Spazio fisico dedica ai tempi mitici dell’Osteria Tondelli.
A Carpi, presso la galleria Abitart, Barbara Uccelli propone una riflessione sull’undicesimo comandamento, ossia la necessità dell’amore. E’ il tema dell’esposizione “11th commandment”: la mostra fotografica ne indaga l’istinto, la forza, la disperazione e la semplicità. Sempre l’amore, ma quello per il nostro pianeta, è al centro delle fotografie di Aldo Meschiari, esposte presso la Galleria d’Arte Soho di Carpi nella mostra “Obiettivo Terra”. Il pianeta è un bene comune, una risorsa da preservare a uso delle generazioni future, ma anche un patrimonio visuale.
A Sassuolo, presso i Magazzini Criminali in piazzale Gazzadi, il fotografo Fabio Boni espone “Dentro le case con le persone” a cura di Luiza Samanda Turbini. La mostra riporta alla vista ritratti familiari normalmente presenti nelle case di ciascuno di noi: alcune di queste fotografie sono esposte e visibili tutti i giorni, sui mobili, accanto al letto, sulle vetrine, nei soggiorni. Container Art Gallery propone “Connections” mostra di Stefano Fioresi e Patrizia Giacobazzi: i soggetti delle opere esposte sono tratti da foto scattate durante viaggi di ricerca, nel caso di Fioresi, e a Sassuolo, suo paese natale, nel caso della Giacobazzi. In mostra anche l’installazione “Sogno di un Avatar”, di Alessandro Zannier, ispirato al suo nuovo album “Le Notti Di Oz”.

Giochi e laboratori per tutti
Prosegue anche domenica sera dalle 21.00 alle 23.00 “I Fric Son Chic”: caccia al tesoro online per gli under 35. Quest’anno i riflettori sono puntati su coloro che vengono additati, scherniti e spesso allontanati dalla comunità: i freak, come il titolo della pellicola di Todd Browning in cui i protagonisti erano proprio persone “fuori dalla norma”. Ogni sera i partecipanti potranno testare le proprie conoscenze e abilità di navigatori informatici rispondendo a domande curiose e divertenti, tutte riguardanti il folle mondo dei maccheronicamente ribattezzati “Fric”. Il gioco è virtuale, ma mette in palio premi reali: un viaggio di sette giorni in Grecia, un fine settimana per due persone in una città a scelta tra Parigi, Londra o Barcellona, weekend per due in una città d’arte italiana. Ma anche iPod, cd e gadget. Le iscrizioni sono già aperte sul sito www.fricsonchic.carpidiem.it
Sessantatrè caselle disposte a spirale, due dadi a guida del cammino, insidie distribuite lungo il percorso e soprattutto – ogni tanto – una bella oca che consente di balzare in avanti verso la casella finale e il suo premio. Il Gioco dell’Oca è tra i più antichi giochi di percorso e, per la sua radice popolare, racchiude aspetti del costume, idee e atteggiamenti della società. A Carpi, nella prestigiosa cornice di Piazza Martiri a partire dalle 16.00, viene allestito un gigantesco gioco dell’oca per divertire adulti, bambini e ragazzi. Si gioca a piccoli gruppi, con l’assistenza di un operatore, soltanto dopo aver costruito la propria ochetta-segnalino (Carpi, Piazza Martiri, ore 16.00).

Per i più piccoli
I bambini e gli adulti che partecipano al laboratorio artistico In_vento, domenica alle 10.00 a Sassuolo alla Casa nel Parco, si ritrovano in uno spazio dove giacciono a terra fogli di carta velina da ritagliare in dimensioni 20 x 20, colorate in rosso, giallo, blu, verde e bianco. Ad esse ciascuno affiderà un pensiero, un desiderio, un frase ispirata a una riflessione filosofica che librandosi nel vento, possa diventare un’intenzione e concretizzarsi nella nostra vita (Sassuolo, Casa nel Parco, 10.00). La cultura pellerossa insegna che la vita di ogni comunità è legata a nove animali totem che assistono e aiutano le persone donando loro il proprio potere. “Totem e tribù” è un’animazione teatrale e laboratorio per bambini da 6 ai 10 anni, a cura di Nicoletta Rinaldi e Stefano Cardillo, che domenica 20 settembre dalle 15.30 alle 17.00 e dalle 17.30 alle 19.00 fa rivivere i miti e le leggende dei nativi d’America a Modena, nel cortile Berengario presso l’ex Ospedale Sant’Agostino. La leggenda del grande bisonte bianco viene teatralizzata davanti al pubblico come durante un rito sacro della comunità pellerossa. All’animazione teatrale segue un laboratorio dove ogni bambino costruisce con la creta il proprio animale totemico. L’esperienza si conclude con l’accoglienza dei genitori, l’esecuzione davanti a loro della lettura dei divieti che la tribù dei bambini decreta alla comunità degli adulti (Modena, ex Ospedale Sant’Agostino, 15.30 e 17.30).
Al festivalfilosofia i personaggi importanti dei libri di storia diventano più simpatici: “Garibaldi…sei un mito!” è una narrazione per ragazzi dai 7 ai 12 anni in cui Marco Bertarini racconta gli episodi più avventurosi della vita di Garibaldi. L’appuntamento è a Modena domani pomeriggio, presso il Palazzo dei Musei, con i laboratori su prenotazione, dalle 15.00 alle 16.30 e dalle 17.30 alle 19.00 per costruire i due soldatini “di piombo” raffiguranti Garibaldi e la sua Anita (Modena, Palazzo dei Musei, 15.00).
Spazio anche a uno dei più antichi giochi di società della storia: il gioco dell’oca. Se vuoi sostituire le oche con il tuo gatto, il teschio con i Simpson e il labirinto con il compito di matematica, l’appuntamento è, sempre a Carpi in Piazza Martiri, domenica dalle 16.00 alle 19.00 con “Loca, occha, ocha, occa, oca”: un laboratorio grafico-pittorico che permette di costruire una personalissima tavola del gioco dell’oca, inserendo le figure della buona e della mala sorte secondo la propria fantasia. Si potrà poi portare a casa la tavola, per giocare insieme agli amici e divertirsi nuovamente (Carpi, Piazza Martiri, 16.00). A Sassuolo anche “L’aria è di tutti”, di Ruinart, gioco di gruppo con enormi giocattoli gonfiabili da portare in giro sulla punta delle dita (Sassuolo, Piazza Garibaldi e Piazzale della Rosa, domenica, 16,30 – 18,30). Il festival porta anche i bambini “Lungo il Mississipi con Huckelberry Finn”: una lettura animata racconta le avventure di due “schiavi” in fuga che discendono il grande fiume su una zattera. Huck, un ragazzo dall’infanzia disgraziata, fugge dal padre ubriacone che lo tiene sotto chiave e lo bastona senza pietà; Jim, nero e schiavo davvero, fugge dai padroni per non essere venduto al mercato. La lettura di Daniela Fini seleziona i passi più brillanti del capolavoro di Mark Twain – da cui si dice discenda l’intera letteratura americana – intercalandoli con ritmi blues eseguiti dal vivo da Giovanni Tufano, a evocare lo scorrere delle onde del grande Mississipi. L’appuntamento è domani alle 17.00 a Sassuolo presso la Biblioteca Cionini.

IN CASO DI PIOGGIA

a Modena
le lezioni magistrali e gli spettacoli previsti in Piazza Grande si terranno nella tensostruttura di Piazza Roma e saranno visibili sui maxischermi di Piazza Grande e della Chiesa di San Carlo

a Carpi
le lezioni magistrali e le letture si terranno nella tensostruttura di Piazzale Re Astolfo, gli spettacoli al Teatro Comunale

a Sassuolo
le lezioni previste in Piazza Garibaldi e a Palazzo Ducale si terranno nella tensostruttura di Piazzale Avanzini