confesercenti_modenaLa temuta frenata sul fronte dell’occupazione non c’è stata: dall’inizio dell’anno ad oggi, il numero di lavoratori dipendenti delle 1200 aziende passate sotto la lente d’ingrandimento dall’Osservatorio di Confesercenti Modena rimane sostanzialmente invariato. È quanto emerge dall’ultima indagine realizzata dall’Associazione che ha analizzato l’andamento di un campione composto da aziende del commercio alimentare, pubblici esercizi, minuto extralimentare, servizi di intermediazione, ingrosso e servizi alla persona. La ricerca assume particolare rilevanza perché fissa i primi dati utili per comprendere cosa stia accadendo dopo la pausa estiva.

“E’ un segnale importante che conferma la capacità di tante piccole e piccolissime imprese di reagire ad una crisi che ha determinato un’ importante contrazione dei consumi, colpendo in modo pesante commercio, turismo e servizi. Parlare d’inversione di tendenza è improprio, ma contestualmente emergono indicatori che evidenziano la capacità delle imprese di reagire attraverso azioni che puntano al progressivo riposizionamento dell’attività imprenditoriale, effettuando investimenti in innovazione e ponendo in essere il massimo sforzo per assicurare la continuità del lavoro. Si tratta dunque di scelte che non sono dettate dall’emergenza, bensì tese a rafforzare la propria posizione sul mercato, in una prospettiva di medio periodo”.

“La tendenza che emerge va particolarmente apprezzata perché dimostra coraggio e capacità imprenditoriale, ma non è possibile pensare che le piccole aziende possano fare da sole. Confesercenti su questo tema è fortemente impegnata offrendo assistenza mirata e promuovendo iniziative che favoriscono la diffusione della cultura dell’innovazione. Crediamo però che questo sforzo debba coinvolgere in modo diretto anche le istituzioni e quegli enti deputati a favorire il trasferimento dell’innovazione e delle nuove tecnologie. Per questa ragione appare decisamente insufficiente avere circoscritto l’ambito di intervento dell’accordo stipulato nei giorni scorsi tra Comune di Modena, Università e Democenter quasi esclusivamente al settore manifatturiero. Se il tema è quello di promuovere sull’intero tessuto economico l’innovazione in modo diffuso per aumentare produttività e competitività, non è possibile escludere le aziende del commercio del turismo e dei servizi, che costituiscono circa il 50% delle imprese operanti in provincia” ha commentato il direttore generale di Confesercenti Modena, Tamara Bertoni.

Da gennaio al 30 settembre dell’anno in corso, il numero dei lavoratori dipendenti resta quindi sostanzialmente invariato. Andamento analogo si riscontra nel caso dei lavoratori atipici, anche se va precisato che il loro numero era drasticamente calato nel 2008 facendo registrare una contrazione che superava la percentuale del 15% su base annua; inoltre l’attivazione di queste tipologie di contratto è sempre più rara. La tenuta dell’occupazione è omogenea in tutti i settori analizzati, con l’unica eccezione negativa del minuto extralimentare, di cui fanno prevalentemente parte negozi d’abbigliamento e di calzature; in questo caso la pesante e prolungata diminuzione dei consumi che ha colpito il settore moda si riflette in modo significativo anche sull’occupazione che accusa una contrazione che si assesta al -4%.

Non mancano altri indicatori che confermano la volontà degli imprenditori di reagire, nonostante il calo dei consumi, e di rispondere ai profondi cambiamenti in atto con azioni mirate. Proprio su questo fronte, dall’indagine dell’Osservatorio di Confesercenti emerge un altro dato particolarmente significativo che interessa soprattutto il settore dei pubblici esercizi. Nella stragrande maggioranza dei casi questi ultimi nel 2008 hanno effettuato investimenti decisamente importanti e dall’alto valore strategico. Complessivamente, rispetto al 2007, l’incremento è stato del 49% con un impiego importante di risorse sia per l’introduzione di nuove tecnologie, sia per il rinnovo della struttura e dell’immagine dell’impresa.

Tuttavia, in un mercato che è in costante evoluzione e soggetto a una profonda trasformazione che determinerà sostanziali mutamenti restano diversi elementi di difficoltà, a partire dall’accesso al credito. L’indagine su questo fronte evidenzia un’alta criticità; aumenta infatti la percentuale di risposte negative delle banche alle richieste di finanziamento, si dilatano i tempi di erogazione e si alza il livello di garanzie richieste. Ancora oggi un’azienda su quattro riceve una risposta negativa dagli istituti di credito. Permane dunque un irrigidimento del sistema bancario che continua a produrre un vero e proprio razionamento del credito, in particolare su quello a breve termine. Un atteggiamento che sta facendo aumentare in modo esponenziale la sofferenza finanziaria delle imprese.

Da ultimo, va sottolineato lo sforzo delle imprese volto a difendere il proprio capitale umano costituito dai collaboratori. Infatti sono in costante aumento il numero di imprese che, assistite dall’associazione, fanno ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga. Da settembre ad oggi il numero delle aziende del commercio che hanno attivato la procedura è più che raddoppiato.

“Nonostante la crisi e la conseguente diminuzione dei consumi, le piccole imprese del commercio del turismo e dei servizi confermano il loro dinamismo. Flessibilità e organizzazione snella continuano a essere punti di forza; tuttavia, queste caratteristiche, in un mercato ancora segnato da una profonda crisi e soggetto nei prossimi anni a profonde trasformazioni, possono trasformarsi in fattori di debolezza. È un rischio reale, rispetto al quale occorre uno sforzo maggiore per sostenere una parte fondamentale dell’economia del territorio, che produce ricchezza e occupazione” conclude Tamara Bertoni.