meteo_pioggiaL’assaggio precoce del freddo a metà ottobre – dice Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – poteva forse lasciar sperare, o temere, in una altrettanto precoce comparsa della neve, ma a ben guardare il mese di ottobre si è chiuso con temperature di 1.3°C oltre la media in quanto la prima parte del mese e gli ultimi giorni hanno presentato, viceversa, marcate anomalie positive”.

In questi primi giorni di novembre si è aperta, invece, la strada alle classiche perturbazioni atlantiche autunnali: sono arrivate altre piogge, non abbondanti, 9.3 mm, in tutto, negli ultimi 3 giorni e le temperature, registrate presso l’Osservatorio Geofisico dell’Ateneo modenese-reggiano, sono sostanzialmente in linea con la stagione come poche volte accaduto quest’anno: 14.5°C la massima di martedì 3 novembre e 5.8°C la minima di mercoledì 4 novembre.

Le perturbazioni – afferma Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – continuano a susseguirsi una dietro l’altra, ad intervalli di 18-24 ore, sospinte dall’azione della classica <depressione islandese>, il cui profondo minimo si va portando un po’ più a sud, verso la Scozia. Così come si susseguono le perturbazioni, si alterna aria relativamente più mite di origine Mediterranea ed aria polare marittima che trae la sua origine dai mari, non ancora del tutto ghiacciati, posti fra Islanda e Groenlandia. Al polo nord infatti, secondo i dati del National Snow and Ice Data Center, ottobre ha visto un deficit di 1.79 milioni di chilometri quadrati e in questi giorni venti caldi stanno ritardando la formazione del ghiaccio polare. Ciò nonostante con l’aria polare non deve stupire se queste veloci perturbazioni portano le prime vere nevicate della stagione sulle Alpi e, occasionalmente, imbiancano le vette del nostro Appennino. Nei prossimi giorni continuano a scorrere queste perturbazioni senza grandi cambiamenti, mentre nel fine settimana è attesa un’onda perturbata più attiva, associata ad aria un po’ più fredda”.

E proposito della situazione meteo attuale l’Osservatorio Geofisico universitario di Modena ricorda che mercoledì 4 novembre di 29 anni fa a Modena (1980) nella città della Ghirlandina, si verificava la più precoce nevicata con deposito al suolo di ben 4 cm di neve che imbiancò inaspettatamente la città, mentre le piogge, scarse per il mese di ottobre, arrivarono a 50.6 mm, dato anomalo per il mese più piovoso dell’anno durante il quale avrebbero dovuto cadere almeno 80 mm di pioggia.

Previsioni

Giovedì 5 novembre avremo un cielo piuttosto nuvoloso, con qualche squarcio fra le nubi, ma piogge inizialmente sporadiche e disorganizzate; temperature ancora assestate fra i 6-8°C al mattino e i 14°C circa nei massimi diurni. In serata le nubi si faranno più estese e porteranno precipitazioni più diffuse, soprattutto fra la successiva nottata e la mattina di venerdì 6 novembre, e la neve cadrà in Appennino a quote oltre i 1500 m e, sul finire dell’episodio, qualche fiocco anche fino a 1300 m circa, poi nel pomeriggio si avranno già diradamenti con ampie schiarite verso sera. Le temperature non subiranno veri cambiamenti, perché le schiarite riporteranno le massime sui 13-14°C in pianura e sui 6-8°C in media montagna.

Sabato 7 novembre mattina relativamente fresca, ma di fatto nella media stagionale, e una prima parte di giornata quasi gradevole finché splenderà il sole. Poi nel corso del pomeriggio arriveranno le nubi della nuova perturbazione che risulterà più attiva domenica 8 novembre ed in parte anche lunedì 9 novembre con nuove piogge in pianura e collina e nevicate sui monti oltre i 1300-1400 m.

Sembra una banalità – conclude Luca Lombroso -, ma giova ricordare che anche col clima in riscaldamento, l’aria polare è pur sempre più fredda di quella africana ed altrettanto l’inverno sarà più freddo dell’estate, il problema semmai è che, con un deficit di ghiacci polari pari a oltre 3 volte la superficie dell’Italia e oceani nettamente più caldi del passato, sono inevitabili complesse ripercussioni dirette o indirette anche per il tempo di casa nostra”.