“La mia generazione non può dimenticare quanto avvenuto negli anni Quaranta quando un’ondata di violenza ha accecato l’umanità. Nel Giorno del Ricordo la memoria va alle vittime delle foibe, al dramma dell’esodo di cittadini italiani da Istria, da Fiume e dalla Dalmazia”. Lo sottolinea il vescovo di Carpi mons. Elio Tinti.

Per il prelato, “odio, furia sanguinaria, pulizia etnica, speriamo siano davvero alle spalle; teniamo la mente e il cuore fissi alla riconciliazione, alla convivenza tra diversi. E’ questa l’unica via per ottenere la pace vera e la conseguente convivenza civile”.

“Il mio pensiero – continua il vescovo – va soprattutto a tutti quei profughi giuliani che hanno trovato rifugio nel Villaggio San Marco, già campo di concentramento di Fossoli. Tanti di loro si sono inseriti in città, ma il carico delle loro sofferenze hanno continuato a portarlo per tutta la vita. Con l’istituzione nel 2004 del Giorno del Ricordo è stato riconosciuto un crimine dell’uomo verso l’uomo, è stata stabilita una verità storica ma, soprattutto, è stata offerta una speranza: agli aguzzini si sono sostituiti gli uomini di buona volontà”.