«Tagliamo gli sprechi, non gli stipendi dei dipendenti pubblici». Lo scrive la Cisl Funzione pubblica di Modena in una lettera aperta indirizzata ai lavoratori pubblici modenesi dopo la manovra finanziaria approvata dal Consiglio dei Ministri e le parole di Berlusconi (“il personale pubblico ha avuto aumenti doppi rispetto al privato, ora stanno fermi un giro”). «È falso che i lavoratori pubblici abbiano avuto di più rispetto ai colleghi del privato nell’ultimo decennio di rinnovi contrattuali – afferma la Cisl Fp – Il dato dell’Italia (15,1%) si dimostra non solo in linea, ma addirittura inferiore alla media europea (15,4%) del pubblico impiego e inferiore di almeno 2/3 punti percentuali rispetto ai colleghi del privato. I dipendenti delle amministrazioni pubbliche sarebbero disposti a compiere “sacrifici” (come li ha definiti Berlusconi) se li ritenessero equi e proporzionati, ma soprattutto se non fossero gli unici a doverli fare. Ci mobiliteremo per difendere il buon lavoro pubblico dai tagli e dagli sprechi».

Per la Cisl Fp, che è contraria al blocco dei contratti per quattro anni inserito nella manovra, è molto comodo tagliare rinnovi e fondi di produttività piuttosto che fare interventi strutturali e duraturi per eliminare sprechi, inefficienze, cattivo utilizzo di risorse pubbliche.

«Escono anche dalle nostre tasche i soldi per le consulenze super pagate, le esternalizzazioni di servizi, le auto blu, gli stipendi stratosferici di ministri, sottosegretari e dirigenti, le bollette telefoniche di assessori e consiglieri comunali, la moltiplicazione di enti e poltrone, ecc.. Al posto della “riforma Brunetta”, come lavoratori pubblici e cittadini chiediamo una vera riforma del sistema Italia che snellisca la burocrazia».

«I lavoratori pubblici chiedono di lavorare meglio, con più serenità e miglior efficienza – aggiunge il segretario provinciale della Cisl, Francesco Falcone – Crediamo che i dipendenti pubblici non debbano essere ancora una volta puniti da interventi come questa manovra. Anziché penalizzare donne e uomini che con il loro lavoro quotidiano offrono un contributo fondamentale al welfare locale e allo sviluppo del nostro, bisogna operare uno snellimento istituzionale. Ci sono tanti enti superati e inutili; la nostra democrazia – conclude Falcone – deve poter funzionare con strumenti più snelli».