Sono arrivate in Emilia-Romagna perlopiù dal nord Africa e dall’est Europa con la speranza di un futuro migliore. E invece, tra cantieri edili, campi, ristoranti e vendita di gadget, si sono ritrovate vittime di gravi forme di sfruttamento lavorativo. A cui però si sono ribellate.

Sono le 173 persone – in carico dal 1 gennaio 2007 a oggi – che hanno usufruito, all’interno del progetto regionale “Oltre la Strada”, di programmi di prima assistenza e di protezione e integrazione sociale così come previsto dall’articolo 18 del decreto legislativo 286/98.

Reggio Emilia (con 82 prese in carico) e Bologna (con 37) sono le due realtà principali in Emilia-Romagna dove in questi ultimi anni le vittime di sfruttamento (per la maggior parte uomini, d’età compresa tra i 30 e i 40 anni) hanno trovato la forza di reagire e denunciare (rivolgendosi a un avvocato, alle forze dell’ordine, al numero verde anti-tratta) la propria condizione.

Per quanto riguarda la nazionalità degli sfruttatori – riferiti alle 173 persone in carico dal 2007 a oggi – per la maggior parte si tratta di italiani: 128. Le persone vittime di sfruttamento lavorativo attualmente in carico (a giugno 2010) sono 112.

La campagna di comunicazione

“Ti sfruttano sul lavoro? Subisci violenze, minacce, ricatti? Chiamaci”. E’ questo lo slogan su cui si basa la campagna di comunicazione della Regione Emilia-Romagna (assessorato Politiche sociali) contro le gravi forme di sfruttamento lavorativo.

Sfruttamento che le persone, vittime o testimoni, possono segnalare e denunciare chiamando il numero verde nazionale contro la tratta: il servizio, che risponde al numero gratuito 800-290290, è multilingue e attivo 24 ore su 24.

Dopo un primo contatto con la postazione nazionale (il servizio è finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità) le telefonate provenienti dall’Emilia-Romagna vengono smistate alle mediatrici culturali della rete di “Oltre la Strada”, il sistema di interventi nella lotta alla tratta di esseri umani e alle forme di sfruttamento che la Regione porta avanti da 14 anni attraverso gli enti pubblici locali e il terzo settore.

“La campagna – sottolinea l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – punta soprattutto all’emersione di quelle forme di grave sfruttamento in campo lavorativo che, nell’attuale momento di crisi economica, trovano anche nella ricca Emilia-Romagna ulteriori spazi per diffondersi, come forma estrema del lavoro irregolare, in particolare attraverso il meccanismo dei sub-appalti. Una campagna informativa – conclude – i cui materiali sono disponibili per chi ci voglia affiancare e sostenere, e che è stata pensata sia per raggiungere le vittime, sia per creare una sensibilizzazione nella cittadinanza su questi temi”.

La campagna si basa su tre canali di comunicazione attivati contemporaneamente per due settimane a partire da metà giugno: uno spot radiofonico in italiano e in inglese, trasmesso da un network di radio locali in grado di coprire l’intero territorio regionale; un volantino in italiano, inglese, cinese, arabo, russo e rumeno appeso alle cappelliere dei treni della rete regionale grazie alla collaborazione con Fer, Ferrovie Emilia-Romagna.

Infine, su tutti gli autobus urbani di Bologna verrà collocato nel retro del gabbiotto del conducente un’analoga locandina, sempre multilingue.

Quest’ultima iniziativa, grazie alla collaborazione dei Comuni che fanno parte della rete di “Oltre la Strada”, verrà replicata anche sugli autobus di altre città della regione a partire da Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Ravenna, Modena e Ferrara.