“La ricerca esasperata del conflitto da parte della Fiat, alimentato dalla decisione dell’azienda di impedire l’accesso in fabbrica dei tre dipendenti reintegrati al lavoro dal giudice, rappresenta la chiara volontà di proseguire una crociata contro i diritti e le leggi che garantiscono il rispetto della dignità dei lavoratori.

La scelta della Fiat e di chi la sostiene, come nel caso del Governo, è quella di relegare il lavoro e la propria rappresentanza a mero strumento sul quale fare leva per sostenere un modello di competizione che colloca il nostro paese tra i più retrivi tra quelli industrializzati.

In un paese dove la legalità è l’eccezione e l’illegalità, unita all’arroganza, la regola, la Fiat rappresenta in questa fase l’emblema più significativo della bassezza nella quale sta sprofondando una classe dirigente che ha responsabilità evidenti del declino economico, sociale, istituzionale che stiamo vivendo.

La Cgil, e con essa la Fiom, si pone come argine a questo declino e chiama tutte le forze sociali e politiche ad una battaglia comune per garantire nel nostro paese la tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori e dei cittadini”.