Dal 1999 ad oggi i Comuni capoluogo e le Province dell’Emilia Romagna hanno messo in campo strategie comuni per favorire lo sviluppo della creatività artistica giovanile nel territorio regionale mediante la costituzione dell’Associazione GA/ER – Giovani artisti Emilia Romagna con l’appoggio della Regione Emilia Romagna e del Ministero per le Politiche Giovanili. All’interno della terza annualità del progetto GA/ER che quest’anno si sviluppa rispetto alle tematiche del paesaggio e della sua fruizione, la Biennale del Paesaggio e la Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con Arci e Distretto Rurale, presentano domenica 19 settembre presso il Museo Cervi di Gattatico (via Fratelli Cervi, 9) “Immagine esemplare. Parole immagini suoni”, un’ intera giornata nel tipico paesaggio agrario reggiano per riflessioni, approfondimenti, momenti culturali e percorsi teatrali rivolta ai giovani, alle famiglie e a tutto il pubblico interessato. L’iniziativa trae spunto dalla relazione profonda tra il mito dei fratelli Cervi e i due articoli che Italo Calvino scrisse nel 1953 per l’Unità e la rivista dell’ANPI “folgorando” Pietro Calamandrei e il Presidente Luigi Einaudi. I toni della scrittura, complici e solenni ed insieme familiari e fiabeschi, imposero all’opinione pubblica l’idea che la vicenda tragica della famiglia Cervi potesse divenire il simbolo della lotta della Resistenza. L’iniziativa che avrà luogo domenica 19 settembre nell’ambiente naturale e storico di Gattatico, si propone dunque come un percorso culturale articolato e trasversale ai diversi linguaggi contemporanei e come una estesa azione collettiva in cui il pubblico avrà la possibilità di intervenire, in alcuni casi, contribuendo all’orientamento dei contenuti e all’animazione dei percorsi teatrali/letterari che si svolgeranno tra le stanze del Museo e gli spazi del Parco dell’Istituto Cervi, luoghi simbolo, scelti appositamente per la realizzazione del progetto, che in quest’occasione specifica verranno proposti come momento di confronto e dialogo socio-culturale-educativo.

La giornata di domenica 19 settembre si dividerà sostanzialmente in due momenti distinti, il primo alla mattina con inizio alle ore 11 nella Sala Conferenze della Biblioteca-Archivio Emilio Sereni con un approfondimento sulla filmografia e sul lavoro fotografico di Giuseppe Morandi e Georges Roquier condotto da Paolo Barbaro a cui seguirà la proiezione del film di Morandi “Il colore della Bassa”, il secondo al pomeriggio dalle ore 15 alle ore 19 con alcune azioni performative letterarie e teatrali, interventi musicali e sonori per finire con un pubblico discorso di Paolo Nori accompagnato dalle Mondine di Novi.

L’intervento di Paolo Barbaro si distingue per l’inedito parallelo che verrà tracciato tra gli autori cinematografici Georges Rouquier (1909-1989) e Giuseppe Morandi (1937). Appartenenti a due diverse generazioni Morandi e Rouquier sono accomunati dall’attenzione ai temi sociali che ha sempre caratterizzato la loro produzione e in questo incontro, a loro dedicato, si parlerà in particolare delle fotografie, dei filmati e della scrittura rivolti alla condizione ed alla vita quotidiana dei contadini e dei braccianti. Se a questo impegno, a partire dal 1957, è completamente riferito il lavoro di Giuseppe Morandi, va evidenziato come Georges Rouquier abbia dedicato una prima estesa opera a questi temi nel 1947 riprendendo nel corso delle quattro stagioni la comunità rurale del borgo di Farrebique e riproponendo a distanza di anni, nel 1983, “Biquefarre” un’opera tratta dalla necessità di una famiglia rurale di cedere l’azienda ed emigrare in città. Un tema di forte attualità che ebbe evidenza in quell’anno grazie al Gran Premio speciale della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia. Ancora una tappa comune ai due autori considerando l’invito rivolto a Giuseppe Morandi dalla Mostra Cinematografica di Venezia del 2008 dove si è proiettato “Il colore della bassa” in cui con la consueta capacità e sensibilità Morandi documenta l’occupazione della mano d’opera indiana nelle stalle della campagna mantovana. Dalle ore 15 “Farrebique” (100’) di Georges Rouquier e “I colori della bassa” (30’) di Giuseppe Morandi verranno proiettati sino alle ore 19 nella Sala Conferenze della Biblioteca Archivio Emilio Sereni del Museo Cervi.

Al pomeriggio a partire dalle ore 15 nell’ingresso della sala esposizioni “Sala della solidarietà” (1° piano) verrà proiettato in continuo il cortometraggio “Quel partigiano dello zio” (durata 15’), di Monica Carrozzi, Paolo Davoli e Federica Viani. Il video nasce dall’incontro in una sera d’estate tra il laboratorio ON di video documentario di Reggio Emilia e Paolo Davoli, del collettivo letterario Astolfo sulla Luna di Scandiano. “Quando ero piccola il mio prozio mi ha regalato una storia segreta, quella stessa storia che l’ha reso il più fulgido eroe dei miei anni di bambina. Due giorni dopo la sua morte dunque, durante la processione del funerale, io sapevo di essere lì a rendere onore all’uomo che coi suoi racconti mi ha aperto una porta infantile nell’epica del nostro paese, permettendomi di gettare uno sguardo, quasi partecipe, sull’ultimo periodo di eroismo riconosciuto del nostro tempo.” La Resistenza rivista e raccontata da uno zio alla nipote, con occhi miopi e teneri, così, come solo in quei racconti è andata.

Nella sala video al piano terra, nella parte del Museo dove si trovano le stanze di Casa Cervi, verrà proiettato in continuo il documentario “Un contadino sbagliato” (durata 15’), di Francesco Campari e Erik Scaltriti. Riccardo Bertani nasce nel 1930 a Caprara, frequenta la famiglia Cervi e vive da vicino la loro vicenda umana. Dopo la Liberazione i CLN nominano il padre Albino Bertani Sindaco di Campegine; Riccardo si trova così a frequentare la sezione del Partito Comunista dove trova numerosi libri di letteratura russa. La curiosità e il desiderio di sapere tutto di quei paesi lontani lo spinge a procurarsi un libro di grammatica russa, dopo poche settimane è in grado di leggere correntemente quei testi. È quello l’avvio della carriera di Bertani come traduttore, glottologo e antropologo. A dispetto di una carriera scolastica abbandonata dopo la V elementare, ad oggi Bertani ha tradotto e scritto trattati su più di 100 lingue, quasi tutte asiatiche o lingue antiche, tra cui: esquimese, mongolo, rutulo, etrusco, longobardo. Il tutto senza mai spostarsi da Campegine e continuando a mantenersi grazie all’attività di allevatore e agricoltore. Bertani vanta rapporti e collaborazioni con i maggiori istituti europei e può essere annoverato tra i maggiori esperti mondiali sulle lingue slave e siberiane.

Nel primo portico di Casa Cervi verranno allestiti ambienti musicali e radio interviste ad opera di radioRokkaWeb, un collettivo di Novellara nato grazie al Progetto ON, alla disponibilità del Comune di Novellara e al supporto del Centro Giovani di Novellara: è una radio on-line gestita da un gruppo di ragazzi con la passione per la musica e le nuove tecnologie. Podcast, interviste, sonorizzazioni e molto altro ancora su www.radiorokkaweb.net.

Nei suggestivi spazi della Casa-Museo Cervi (stanza accoglienza, cucina, corridoio e scale, cantina, sala della Quadrisfera e scalone di accesso alla loggia) dalle ore 16 verrà proposto “Da far tremare le montagne”, un progetto a cura del collettivo di agricoltori e artisti Distretto Rurale e realizzato dal gruppo teatrale Re-union di Firenze, un’azione teatrale che partendo dalla soglia dell’aia si inoltrerà all’interno dell’abitazione lungo un percorso scandito da momenti di accoglienza, riflessione, letture ed interpretazioni dei testi di Calvino sostenuti da esecuzioni musicali eseguite dal vivo.

“Già a trovarsi in sette fratelli robusti e in gamba, uno per tutti e tutti per uno, ci si sente forti da far tremare le montagne, ci si sente come una repubblica per conto proprio, e non c’è nessuno che possa far paura, nè difficoltà che appaia insormontabile.” Italo Calvino interpreta così le parole raccolte da Alcide Cervi in una conversazione del gennaio 1953 nel corso di una visita fatta a Gattatico sull’onda di un sentimento e di una curiosità tutti personali. Gli attori del collettivo Re-union muoveranno in ogni direzione con azioni sostenute dai loro lavori pittorici, video e musicali proponendo un percorso che ha tra gli obiettivi essenziali quello di risalire al significato intrinseco delle poche, necessarie e concrete parole su cui si è retto e avviato il mito della famiglia Cervi. Viene proposto al pubblico quindi l’esperienza di un viaggio compiuto attraverso la possibilità generatrice e rifondativa delle parole come unica via al sentirsi parte di una collettività forte e sicura a cui nulla appaia insormontabile, una condizione, come viene espresso già nel titolo, tale “da far tremare le montagne”. L’azione teatrale verrà svolta su prenotazione dalle ore 16 alle ore 16.30 e dalle ore 18 alle 18.30. Il pubblico potrà prenotarsi all’ingresso presso il punto informazioni, ad ogni rappresentazione potranno accedere circa 30 persone.

Nello spazio dell’aia di Casa Cervi alle ore 17 il collettivo letterario di Scandiano Astolfo sulla Luna proporrà letture e musica. Il collettivo nasce a seguito di due laboratori di scrittura creativa nell’ambito del progetto ON tenutisi a Scandiano nel 2006 e nel 2007, docenti Paolo Nori e Ugo Cornia. Da quella esperienza i ragazzi si costituirono in collettivo con la precisa intenzione di sviluppare un progetto letterario attraverso la rivista “InForme Dimesse”.

Alle ore 19 sempre negli spazi dell’aia lo scrittore Paolo Nori terrà un pubblico discorso accompagnato dalle Mondine di Novi. Paolo Nori è nato a Parma nel 1963, abita alla Croce di Casalecchio, vicino a Bologna, e di mestiere scrive dei libri, l’ultimo che è uscito è un romanzo che si intitola “I malcontenti” (Einaudi 2010). La lettura musicata dalle Mondine di Novi viene da un discorso sulla dittatura fatto il 26 gennaio 2010 al cinema Kjov di Cracovia in occasione della giornata della memoria nell’ambito della manifestazione “Un treno per Auschwitz” organizzato dalla fondazione Fossoli (si intitolava allora “Di chi è la colpa”), è stata poi letta in una nuova versione (intitolata “Nemmeno”) al “Settembre dei poeti” di Seneghe il 5 settembre del 2010 e, in questa ultima versione al Cervi, si intitola “Noi e i governi” e tratta degli argomenti dei quali tratta l’epigrafe, una poesia del poeta Velimir Chlebnikov e così recita: “Per me è molto più piacevole / Guardare le stelle / Che firmare una condanna a morte. / Per me è molto più piacevole / Ascoltare la voce dei fiori / Che sussurrano «È lui» / Chinando la testolina / Quando attraverso il giardino, / Che vedere gli scuri fucili della guardia / Uccidere quelli / Che vogliono uccidere me. / Ecco perché io non sarò mai, / E poi mai, / Un governante”.