“Riaprire il tavolo di confronto nazionale con tutte le sigle sindacali, per ripristinare serie e democratiche relazioni sindacali e riaffermare che il lavoro è un bene comune”. Questo è l’invito rivolto a Federmeccanica contenuto nell’ordine del giorno presentato ieri in aula dai presidenti dei gruppi Pdci/Prc Venturi e del Pd Caliandro. Il documento è stato approvato con 15 voti a favore (Pd, Pdci/Prc, Pagnetti-Gruppo Misto), 6 voti contrari (Pdl e Fli), l’astensione di Tartarini-Gruppo Misto e la non partecipazione al voto dell’Udc.

L’ordine del giorno sottolinea che “a oggi formalmente sono due i contratti vigenti: uno è quello del 2008 disdettato poche settimane fa da Federmeccanica dopo l’appello di Sergio Marchionne e firmato da tutte le sigle sindacali, approvato anche tramite il referendum dai lavoratori del settore; l’altro è quello separato firmato solo da FIM-CISL e UILM-UIL senza l’avvallo dei lavoratori, che scade a fine 2012 e che peraltro prevede la possibilità di derogare, in casi particolari, alle regole nazionali”.

L’odg valuta tra l’altro “sbagliato l’intento di modificare radicalmente le relazioni sindacali oggi vigenti, penalizzando l’intero mondo del lavoro con azioni forzate, aggirando il confronto e il dialogo democratico con tutte le parti sociali”.

Secondo il testo approvato la disdetta del contratto nazionale rappresenta “una svolta che inciderà in maniera negativa e determinante nelle relazioni sindacali dell’intero Paese e evidenzia la volontà di ridisegnare tutto il sistema delle relazioni industriali in Italia”.

Il documento ritiene infine che “a procedere in questa direzione sia anche il Governo Berlusconi, con il ‘collegato lavoro’ in approvazione in Parlamento. Una Legge che sposta radicalmente i rapporti di lavoro a favore delle imprese, limitando fortemente sia le tutele del singolo lavoratore che la possibilità di intervento della Magistratura, fino a modificare i rapporti di lavoro a partire dai “licenziamenti per giusta causa”.