Nella giornata di ieri pomeriggio, mercoledì 22 settembre, il Sindaco Andrea Rossi ha avuto modo di stare per diverse ore a contatto con i dipendenti della ditta FBF, che attualmente stanno picchettando di fronte all’ingresso dell’azienda stessa.

Ore in cui si è stato possibile, anche alla presenza del sindacato, incontrare la proprietà della FBF, per vedere di condividere una soluzione tutta protesa alla salvaguardia del futuro dei tredici operai e nello stesso tempo una soluzione che consentirà la ripresa dell’attività normale della ditta, occupata in queste settimane a dovere soddisfare le commesse provenienti dalle aziende ceramiche del CERSAIE.

“Sono consapevole -dichiara il Sindaco- delle difficoltà e degli sforzi che alcuni rappresentanti di queste piccole e medie imprese stanno facendo in una situazione di crisi come quella attuale. Sforzi che ritengo siano tutti protesi alla salvaguardia non solo esclusivamente per il bene materiale dell’impresa, ma anche per le risorse umane dell’azienda stessa. Ritengo tuttavia che anche la più dura e lunga crisi che ha colpito il nostro territorio, non possa mettere in discussione i diritti acquisiti dai lavoratori.

La perdita del lavoro, la sua squalificazione, la precarietà giovanile, la messa in discussione di quei diritti -conquistati in epoche non lontane attraverso l’impegno delle responsabili generazioni che ci hanno preceduto- sono tutti attacchi diretti alla dignità delle persone in quel diritto più importante che è il lavoro, che si trovano rapidamente espulse o ai margini della società produttiva che continua a correre con i suoi ritmi compulsivi in una corsa verso un benessere senza limiti, senza occuparsi di chi ha lasciato per strada, aumentando la fragilità di una classe media che di fatto è stata mortificata dal tessuto sociale del nostro Paese.

Qualsiasi azione sul nostro territorio tesa a mettere in discussione in modo radicale questo sistema di diritti troverà anche la mia e la nostra opposizione.

Sono convinto -conclude Rossi- avendo ieri avuto modo di confrontarmi con le parti, che se c’è la piena consapevolezza di una responsabilità diffusa, vi possano essere le condizioni nel trovare una soluzione che da un lato consenta all’azienda di potere riprendere l’attività -oggettivamente essa si trova in uno stato di difficoltà- e ai lavoratori di vedersi garantiti gli ammortizzatori sociali utili per far sì che non venga loro tolto il minimo di reddito necessario a vivere una vita dignitosa”.