“Ci aspettiamo una partecipazione al corteo di oltre 2.000 lavoratori” ha detto il segretario provinciale della Fiom/Cgil di Modena Giordano Fiorani nel presentare lo sciopero dei metalmeccanici Fiom di tutti i settori (industria, cooperative, artigiani), giovedì 7 ottobre il pomeriggio, con corteo che sfilerà per le vie del centro storico partendo dalla sede Maserati (via Ciro Menotti) alle ore 14.30 per arrivare alla sede di Confindustria (via Bellinzona).

Lo sciopero delle ultime 4 ore di lavoro/turno di giovedì 7 ottobre rientra nelle azioni di mobilitazione messe in campo dalla Fiom a livello nazionale e locale per contrastare il “pesante deterioramento delle relazioni sindacali, e fra gli stessi Sindacati metalmeccanici (Fim Fiom Uilm), che non ha precedenti nella storia recente” ha aggiunto Fiorani.

Il segretario Fiom di Modena ha ripercorso gli ultimi 2 anni e mezzo delle relazioni sindacali, dall’accordo separato sul modello contrattuale del gennaio 2009 (non firmato dalla Cgil), al contratto separato dei metalmeccanici dell’ottobre 2009 (non firmato dalla Fiom) unitamente alla disdetta da parte di Fim e Uilm del CCNL del 2008 (firmato unitariamente) non ancora scaduto (rimane in vigore sino a tutto il 2011), sino ad arrivare qualche settimana fa alla revoca unilaterale da parte della stessa Federmeccanica del CCNL 2008, un anno dopo aver firmato l’accordo separato con Fim e Uilm. Da ultimo, sempre a fine settembre, la firma di Fim e Uilm sull’accordo per le deroghe al contratto di lavoro dei metalmeccanici, deroghe previste dal contratto separato dell’ottobre 2009.

Le deroghe al contratto nazionale potranno essere introdotte dalle aziende per piani di investimento o a fronte di situazioni di crisi, “in pratica con questa casistica – afferma Fiorani – tutte le aziende potranno applicare deroghe al contratto nazionale, peggiorando condizioni e diritti minimi fissati dal contratto stesso”. Per di più sono previste sanzioni per imprese e organizzazioni sindacali che non ottemperano alle deroghe.

“Con le deroghe al CCNL – ha detto Fiorani – si stabilisce chiaramente che in situazioni di crisi la variabile diventa il lavoro, ovvero la riduzione di tutele e diritti per i lavoratori”. “A Fim e Uilm vorrei chiedere – ha detto il segretario della Fiom – come si conciliano le deroghe al contratto, con tutti gli accordi che in questi anni di crisi abbiamo fatto in numerose aziende a Modena, dove abbiamo ottenuto l’anticipo della cassa integrazione da parte aziendale, in tanti casi l’integrazione dell’indennità di cassa, la maturazione dei ratei di ferie e tredicesima”.

La Fiom denuncia poi come questa forte trasformazione delle relazioni sindacali sia avvenuta senza mai coinvolgere direttamente i lavoratori con il loro voto, “per questo mi sento di dire – ha aggiunto Fiorani – che la democrazia in Italia si ferma davanti ai cancelli delle fabbriche, non conosco una democrazia senza tutele e diritti dei lavoratori”.

Fim e Uilm a Modena sostengono da un anno (dalla firma del contratto separato dell’ottobre 2009) che le deroghe non sarebbero mai state introdotte nelle nostre realtà aziendali, “ma ciò non è vero – ha detto Fiorani – il modello Pomigliano e Melfi è già arrivato a Modena. La Fiat ha denunciato i Sindacati e la Rsu per gli scioperi dei sabati comandati in CNH e la Ferrari ci ha minacciato e diffidato dal proseguire con gli scioperi il sabato mattina. Ma questo è un attacco al diritto di sciopero sancito dalla Costituzione”.

“Per di più le recenti affermazioni del Presidente di Ferrari Auto, nell’assemblea con tutti i lavoratori, se confermate, sono denigratorie e diffamatorie dei delegati e del sindacato e rappresentano una grave novità nella storia di questa azienda!”

“Trovo davvero straordinario – afferma Fiorani – che mentre il presidente Ferrari ha la possibilità di fare assemblea con tutti i lavoratori, Fim e Uilm non siano disponibili a fare altrettanto e a confrontarsi con tutti i lavoratori”.

A fronte di questa situazione la Fiom ha perciò messo in campo una mobilitazione autunnale con diverse iniziative, dallo sciopero del 7 ottobre alla manifestazione nazionale di sabato 16 ottobre a Roma, che vedranno entrambe il sostegno di numerose delegazioni di tutte le categorie della Cgil, “perché se diventa regola che per competere si riduce il costo del lavoro, non saranno solo i metalmeccanici a farne le spese, ma tutte le categorie di lavoratori”.

Alla manifestazione di oggi hanno aderito i partiti modenesi di Prc, PdCI, SEL, Movimento 5 Stelle, Popolo Viola, e le associazioni Anpi e Arci. Con rammarico della Fiom, al momento non ha aderito il PD modenese.

Nei prossimi mesi e settimane altre iniziative saranno messe in campo, tra cui la denuncia di un campione di aziende modenesi (che rientra nel campione nazionale) per attività anti-sindacale, avendo applicato il contratto separato dell’ottobre 2009 in vigenza di quello unitaria del 2008 (in vigore sino a tutto il 2011). Le aziende modenesi che saranno denunciate sono la Rossi Motoriduttori di Modena, la Titan di Finale Emilia, la Emmegi di Soliera, GlemGas di Castelfranco Emilia, Faral di Campogalliano. Inoltre sarà chiesto mandato alla Rsu delle aziende del Gruppo Fiat – CNH, Maserati e Ferrari Auto – di procedere alle denunce anche per loro.

Inoltre, la Fiom di Modena proporrà alle associazioni datoriali – Confindustria, Api e LegaCoop – una piattaforma in cui, fra gli altri punti, si chiede loro il riconoscimento del contratto nazionale in vigore firmato nel 2008, e siccome “verosimilmente non otterremo risposte, procederemo – ha aggiunto Fiorani – con vertenze aziendali”.

Fra le altre rivendicazioni alla base della mobilitazione nazionale e modenese della Fiom, anche la richiesta al Governo del rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, a partire da quelli in deroga per i quali non c’è alcuna certezza sul 2011.

“Il settore metalmeccanico a Modena sta infatti vivendo una parziale ripresa – ha aggiunto Fiorani – che non coinvolge tutte le imprese, ma solo quelle che hanno attuato processi di internazionalizzazione di mercato. In ogni caso si tratta di una ripresa ben al di sotto dei livelli 2007-2008, e buona parte della nuova occupazione è con contratti di lavoro precari.

“Anche se oggi sono 10-12.000 i lavoratori coinvolti da processi di cassa integrazione (in primavera erano 15-16.000), molti ammortizzatori sociali sono in scadenza nei primi mesi del 2011, e se non saranno rifinanziati, i licenziamenti potrebbero essere dietro l’angolo” ha spiegato Fiorani. In particolare, Fiorani ha citato un comprensorio della nostra provincia, quello di Sassuolo, che continua a essere a forte rischio di tensioni sociali se non arriveranno risposte sugli ammortizzatori anche dal Governo.