Un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni che vede però, nel 2010, la flessione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato e l’aumento dei contratti a tempo determinato (1.200 in più rispetto al 2009), di quelli a chiamata (1.282 in più) e di somministrazione (1.466 in più). Un totale, indicato dai Centri per l’impiego modenesi, di 15 mila persone senza lavoro, tra disoccupati e iscritti nelle liste di mobilità. Quasi 13 mila lavoratori in cassa integrazione ordinaria e straordinaria in deroga e circa novemila in cassa integrazione straordinaria autorizzata per un totale, da gennaio a settembre 2010, di oltre 21 mila ore (il 226 per cento in più rispetto al medesimo periodo del 2009). È questa la fotografia degli effetti della crisi sul mercato del lavoro modenese illustrata in Consiglio provinciale mercoledì 3 novembre dall’assessore al Lavoro Francesco Ori.

La crisi ha colpito in prevalenza le professionalità medio basse, oltre il 60 per cento dei disoccupati e degli iscritti alle liste di mobilità possiede infatti un titolo di studio uguale o inferiore alla licenza media, con una prevalenza delle fasce d’età più elevata, mentre le aziende hanno modificato le loro richieste ricercando sempre di più profili professionali medi con un maggior numero di competenze e specializzazioni.

«La nostra attenzione – ha affermato l’assessore Ori – sarà quindi prioritariamente dedicata alle fasce più deboli che hanno bisogno di sostegno e formazione per innalzare le loro qualifiche professionali ed essere nuovamente inserite nel mercato del lavoro». Ori ha poi annunciato l’avvio di un confronto che coinvolgerà tutte le parti sociali per elaborare un “patto del buon lavoro” che, con modalità che lascino da parte ogni autoreferenzialità o pretesa di autosufficienza («le parole devono diventare fatti»), indichi le azioni prioritarie da compiere concretamente partendo dall’analisi del fabbisogno. In particolare, con la formazione professionale, ha annunciato l’assessore, «dovremo programmare la destinazione di circa 11 milioni di euro di risorse europee, invece dei 21 previsti. In questo ambito, come per le politiche attive per il lavoro, sarà fondamentale il raccordo con gli enti locali, che avranno un ruolo attivo negli inserimenti lavorativi con priorità per i disoccupati, e la sinergia con il terzo settore per sviluppare le potenzialità di occupazione nel settore dei servizi alla persona».

ANALIZZATA LA DOMANDA DI LAVORO: DALLE IMPRESE PIÙ RICHIESTE DI FIGURE QUALIFICATE

Le figure professionali generiche sono quelle più colpite dalla crisi. I disoccupati che si trovano nella “fascia bassa” di specializzazione sono infatti quelli meno richiesti dalle aziende e quindi più difficilmente collocabili in un nuovo posto di lavoro. Il dato emerge dall’analisi qualitativa della domanda di lavoro delle imprese modenesi effettuata, sulla base delle richieste raccolte dai centri per l’impiego provinciali, dall’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro.

L’indagine evidenzia come la crisi ha modificato la ricerca di personale da parte delle imprese: i primi nove mesi del 2010 vedono una fase di crescita rispetto all’anno precedente sia delle aziende che si rivolgono ai Centri per l’impiego, salite da 952 a 1.289, sia delle richieste, che passano da 1.432 a 1.998, sia del numero di posti di lavoro richiesti che aumentano da 1.908 a 2.535. Le imprese cercano professionalità medie, in possesso di competenze specifiche (da quelle informatiche all’utilizzo di programmi fino alle lavorazioni particolari) e abbastanza qualificate da poter essere impiegate in più mansioni. I principali settori da cui proviene la domanda sono il tessile-abbigliamento, la metalmeccanica, il commercio e servizi. Tra le figure professionali in crescita ci sono in particolare tecnici per la conduzione di macchine a controllo numerico, saldatori, conduttori di carrello elevatore, tecnici per il controllo qualità, montatori industriali, idraulici, ingegneri meccanici, operatori delle macchine per la produzione meccanica. In crescita anche gli operatori commerciali sia per l’estero che per l’Italia. Rispetto al pre-crisi si assiste anche, pur se in misura ancora molto bassa, alla domanda di alte professionalità in mobilità.

I Centri per l’impiego confermano inoltre le grandi difficoltà di inserimento nel mercato da parte dei giovani testimoniate dal crollo dei contratti di apprendistato che presentano costi maggiori e un orizzonte temporale più elevato rispetto ai tirocini.

ANTICIPAZIONE DELLA CIGS: IN SETTEMBRE ATTIVA PER 1100 LAVORATORI (5 MIL. DI €)

Sono 1.100 i lavoratori modenesi per i quali, al 30 settembre 2010, era attiva la procedura di anticipazione del trattamento di cassa integrazione, straordinaria e in deroga, per un importo totale di oltre cinque milioni di euro.

È questo il bilancio del secondo anno di applicazione del Protocollo d’intesa per il sostegno ai lavoratori e alle imprese in situazione di crisi attivato dalla Provincia di Modena in collaborazione con nove istituti bancari (Unicredit Banca, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Popolare di Verona-San Geminiano e San Prospero, Banca Modenese, Cariparma, Cassa di Risparmio di Cento, Cassa di Risparmio di Vignola, San Felice 1893 Banca popolare, Banca interprovinciale di Modena).

Nel primo anno di applicazione del protocollo, sottoscritto a marzo 2009 e rinnovato nel 2010 per un ulteriore anno, circa mille lavoratori hanno ottenuto l’anticipazione della cassa integrazione per un ammontare complessivo di cinque milioni e 200 mila euro di finanziamento.