Il Comitato Direttivo della Camera del lavoro di Modena, riunitosi oggi in data 5 novembre 2010, chiede giustizia e quindi un permesso di soggiorno per Frank Agyei, il lavoratore ghanese rimpatriato lo scorso 26 ottobre dopo un mese di permanenza al Cie di Modena ed in attesa del processo, per violazione della legge Bossi/Fini, previsto per il prossimo 23 novembre.

Ricordiamo in breve il caso di Agyei, che, dopo aver pagato secondo la legge un debito con la giustizia per un reato minore per cui è stato processato nel 2002, si è visto, prima, revocare il permesso di soggiorno, poi, attribuire un decreto di espulsione per “pericolosità sociale”.

Agyei è un onesto lavoratore che con il suo lavoro mantiene la famiglia in Ghana, che ha dimostrato di rispettare le leggi, stimato e riconosciuto non solo dai colleghi (che si sono mobilitati anche sui media per esprimere la loro solidarietà), ma anche dal suo datore di lavoro che ha dichiarato che se ad Agyei venisse riconosciuto un permesso di soggiorno lo riassumerebbe subito.

In questi giorni si sono moltiplicati gli appelli e gli attestati di solidarietà, anche da parte delle Istituzioni per una situazione che viene definita dai più assurda.

Il Comitato Direttivo della CGIL di Modena, ancora una volta, sottolinea come sia assurdo, in un Paese che si definisce civile, continuare a mantenere in vigore norme discriminatorie e razziste come quelle della legge Bossi/Fini e come quelle contenute nel cosiddetto “pacchetto sicurezza”, che non solo legittimano una diversità di trattamento tra chi è italiano e chi è immigrato, ma addirittura assoggettano a una condizione di schiavitù vera e propria tutti coloro che solo a fronte della perdita del posto di lavoro diventano automaticamente clandestini.

Il Comitato Direttivo della CGIL di Modena richiede che:

– venga confermata l’udienza del 23 novembre, auspicando che nella stessa il giudice possa tenere in considerazione il comportamento integerrimo ed irreprensibile tenuto da Agyei dal 2002 ad oggi che di fatto rende inaccettabile l’accusa di pericolosità sociale;

– sia consentito ad Agyei il rientro in Italia attraverso il riconoscimento del permesso di soggiorno che lo possa mettere in condizione di riprendere a lavorare quanto prima.