Sono 5.200 a Modena le pratiche di regolarizzazione di colf e badanti immigrati che si sono concluse positivamente sul totale di 6.205 domande telematiche inoltrate allo sportello unico per l’immigrazione della Prefettura e alla Questura dal settembre 2009. Lo ha annunciato l’assessore provinciale alle Politiche del lavoro Francesco Ori, rispondendo in Consiglio provinciale a un’interpellanza presentata dai consiglieri Pd Fausto Cigni, Cecile Kyenge ed Elena Gazzotti.

Delle domande rigettate, 700 sono state respinte dalla Prefettura per problemi legati alle verifiche su una delle parti in causa, e 317 dalla Questura: 242 richieste di permesso di soggiorno per “emersione”, per incongruità dei lavoratori; 75 richieste per motivi di “lavoro subordinato” perché i richiedenti hanno subito una condanna per clandestinità. Sono 151 inoltre i lavoratori stranieri hanno denunciato per truffa i loro datori di lavoro e queste denunce sono al momento oggetto di accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria.

«Il fenomeno del lavoro di assistenza familiare, affidato agli immigrati e non solo, è in forte espansione – ha commentato l’assessore Ori – e la Provincia di Modena interviene in diversi modi per monitorare la situazione e agevolare e garantire sia i lavoratori che le famiglie. Il principale tra questi è l’attività di intermediazione, tramite i centri per l’impiego, tra domanda e offerta di lavoro che ci ha permesso finora di intercettare circa duemila persone e si è rivelata un utile strumento per l’emersione del lavoro nero». Ori ha poi aggiunto che «saranno tutelati gli immigrati vittime di truffe, distinguendoli da coloro che si sono resi parte attiva della truffa stessa».

Soddisfatto della risposta Fausto Cigni che però ha definito «inaccettabile» il fatto che «molti dei lavoratori regolarizzati non abbiano ancora il permesso di soggiorno, che deve essere rilasciato dalla Questura, e che appena gli arriverà, visto che vale un anno, dovranno ricominciare da capo l’iter». Il consigliere ha inoltre sostenuto che i lavoratori immigrati truffati da persone senza scrupoli dovrebbero ottenere come risarcimento il permesso di soggiorno».