“Se quanto affermato dall’ormai ex Presidente dell’Osservatorio Provinciale sull’inceneritore corrisponde al vero – e non abbiamo motivi per pensare il contrario – siamo dinanzi a fatti di estrema gravità. Auspichiamo pertanto che l’allarme lanciato dal Dott. Bertolasi e i temi da lui portati alla luce, siano approfonditi dalle autorità competenti. Come PDL provinciale, presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica di Modena”. Lo ha affermato in una nota il Consigliere Regionale del PDL Enrico Aimi che ha sottolineato come “sia necessario ed urgente dare spiegazioni dettagliate su questo tema che riguarda direttamente la salute di tutti i cittadini modenesi. Soprattutto – ha rincarato il vicepresidente del PDL provinciale – dobbiamo capire gli effetti e, se dovessero emergere irregolarità, le conseguenze dirette ed indirette sulla salute di tutta la cittadinanza. Ci sono infatti una serie di domande che necessitano di una risposta: dentro l’inceneritore cosa viene bruciato? C’è un registro preciso che descriva dettagliatamente il percorso di tutti i rifiuti? Se confermato quanto sta emergendo, ci chiediamo ancora cosa fuoriesce in termini di emissioni e in quali quantità, nel momento in cui vengono bruciati i cosiddetti rifiuti speciali? Diossine? Metalli pesanti? Composti del cloro o dell’azoto? Furani? E con le conseguenti piogge acide? Ci sono dati aggiornati sulle incidenze dei tumori ai polmoni e non solo da raffrontare con i periodi precedenti? Con la salute della gente non si scherza. Alla luce anche degli ultimi interventi del Presidente dell’Ordine dei Medici Dr. Nicolino D’Autilia, il livello di attenzione deve rimanere particolarmente alto. Ciò detto – ha osservato Aimi – in attesa che si faccia luce su questa situazione e qualora arrivassero conferme, cosa paghiamo a fare una tariffa esosissima a sostegno della differenziata se poi tutti gli sforzi di differenziazione dei modenesi finiscono bruciati nell’inceneritore? E gli incentivi della Regione per la differenziata, che fine fanno? Bruciati anche quelli? Non vorremmo che qualcuno nello stanzone dei bottoni avesse deciso di attuare anche a Modena il modello Campania per la gestione dei rifiuti. Fermo restando che se fossero confermate le ipotesi che stanno emergendo, saremmo dinanzi ad una gravissima dicotomia: da una parte la salute della gente, dall’altra i conti da far quadrare. Siamo certi – ha concluso Aimi – che grazie al lavoro della Procura, magari con il coinvolgimento di un laboratorio terzo che proceda a prelievi per capire cosa realmente finisce nell’aria, arriveranno risposte alle nostre domande”.