Circa il 90% dei lavoratori stranieri di alcune aziende metalmeccaniche di Bologna, e il 40% dei colleghi italiani, hanno aderito allo sciopero organizzato oggi a Bologna dal Coordinamento dei migranti per il primo marzo. A riferirlo sono gli stessi attivisti del Coordinamento citando le adesioni allo sciopero in alcune aziende tra cui la Bonfiglioli e Md (quattro ore), Titan, Euroricambi, Cesab del guppo Toyota (in queste ultime otto ore), mentre alla Mape Spa hanno scioperato solo i delegati. All’appello mancano le adesioni allo sciopero nella Ducati perche’ i lavoratori hanno optato per un’ora di stop a fine turno.

Dalle 15:30 in piazza del Nettuno si sono ritrovati circa un migliaio di persone tra stranieri e italiani. E dopo le 17:30 e’ in programma un piccolo corteo lungo le strade del centro. In piazza solo le bandiere di Usb e Fai. ”Questo non deve essere lo sciopero degli immigrati, ma lo sciopero dei lavoratori tutti – ha scandito al microfono Sene Bazir del Coordinamento migranti – e qui non stiamo chiedendo l’elemosina, ma chiediamo diritti, anzi li rivendichiamo”, aggiungendo che ”la presenza degli italiani in questa piazza non e’ solidarieta’ ma una presa di posizione”. Poi e’ intervenuto un attivista dei centri sociali, che ha ricordato ai manifestanti il blitz compiuto questa mattina da alcuni collettivi nel Cie di Bologna. ”Un centinaio di noi hanno invaso il Cie e tirato giu’ una porta – ha spiegato – perche’ non tolleriamo piu’ la presenza di un lager etnico nel nostro Paese”, ricordando che all’interno del centro che ospita i clandestini e’ poi arrivata una delegazione formata da consiglieri regionali e avvocati. Infine ha preso la parola un lavoratore italiano, che ha proposto per il prossimo anno di non chiamare lo sciopero del primo marzo ‘Una Giornata senza di noi’, riferendosi all’assenza dei lavoratori migranti nelle fabbriche per un giorno. ”Non dobbiamo dimostrare la mancanza degli immigrati, ma l’unita’ dei lavoratori italiani con quelli stranieri. Il prossimo anno sul volantino scriviamo: ‘Primo marzo, sciopero di tutti i lavoratori”’.