Un altro colpo alla Festa dell’Unità d’Italia il prossimo 17 marzo. Già, come noto, si tratta di una festa a costo zero, che i lavoratori pagheranno di tasca propria mediante lo spostamento del pagamento della ex festività del 4 novembre. Ostacolata da alcune forze di Governo e da qualche associazione imprenditoriale, solo da poche settimane si è confermata l’introduzione della Festività del 17 marzo, ma per il solo anno 2011.

Giovedì scorso la Regione Emilia-Romagna, senza alcuna consultazione con le parti sociali, ha comunicato con una propria circolare che i negozi potranno essere aperti nelle zone dichiarate Città d’arte, mentre per le restanti aree è sufficiente spostare una delle aperture domenicali previste.

E’ una discutibile interpretazione, che potrebbe avere come conseguenza l’apertura generalizzata degli esercizi commerciali anche a Modena. Un dibattito surreale ha preceduto, anche a Modena, la decisione della Regione. Le vendite di un giovedì di marzo sembrano essere diventate l’ancora di salvezza, l’ultima occasione per l’intero settore del commercio. In realtà ben pochi euro di vendite in più verranno prodotti dall’apertura dei negozi il 17 marzo e nemmeno un posto di lavoro in più verrà creato.

Nei centri storici di Modena, Carpi e Sassuolo la gran parte dei negozi sono chiusi di domenica, anche in circostanze straordinarie come il Festival della filosofia. Ipermercati e supermercati nell’intera provincia, possono, rispettando la chiusura, consentire ai propri dipendenti di festeggiare il 17 marzo, senza perdere un solo euro di vendite, spostate come sempre nei giorni precedenti o successivi.

Insomma, uno scatto d’orgoglio dei commercianti modenesi può ancora salvare quello che resta di una Festa maltrattata.

(Marzio Govoni, segretario sindacato commercio Filcams/Cgil Modena)