Tra i soggetti deboli del mercato del lavoro italiano, sono le donne che più spesso pagano il conto della crisi economica, come accade anche alla Gambro. A Modena il tasso di occupazione femminile, che prima della crisi era del 60 per cento, è molto più alto della media nazionale (che si ferma a poco più del 46 per cento). Le donne modenesi sono mediamente più istruite degli uomini, più numerose sia le diplomate (l’82 per cento delle femmine iscritte alle superiori raggiunge il diploma, contro il 72 dei maschi, e con giudizi migliori) che le laureate (55 per cento contro il 45 per cento). Le imprese al femminile crescono. Ma sono comunque donne la maggioranza dei disoccupati modenesi (57 per cento) rispecchiando in questo il dato nazionale. Aumentano inoltre i casi di discriminazione legati alla crisi che si evidenziano nell’assegnazione di mansioni, di trasferimenti e nella mancata rotazione della cassa integrazione.

«La crisi ha portato allo scoperto i punti deboli del mercato del lavoro ma anche dell’organizzazione della società che carica la grandissima parte del lavoro di cura sulle spalle delle donne – commenta Marcella Valentini assessore provinciale alle Pari opportunità – per cui se vengono a mancare i servizi sono le madri che restano a casa e sono sempre le madri le prime a essere licenziate perché non possono garantire la flessibilità d’orario richiesta. Così come sono le donne che più spesso hanno contratti precari o lavorano nei settori, come quello dei servizi sociali, più colpiti. È per questo – prosegue l’assessore – che la festa dell’8 marzo, in particolare quest’anno, deve essere l’occasione per sostenere i posti di lavoro delle donne, a partire dalle dipendenti della Gambro e di tutte le altre aziende in crisi del nostro territorio».