Preoccupazione e ansia, sono questi i sentimenti che serpeggiavano tra le centinaia di lavoratori che hanno affollato questa mattina Sala Biasin, a Sassuolo, per l’assemblea sindacale convocata d’urgenza dopo la decisione del tribunale di Modena di non concedere il concordato alle Industrie Fincuoghi.

Buona parte di loro è stata messa a casa dal 15 gennaio, soprattutto in produzione, mentre nei magazzini e negli uffici lavorano a rotazione. Nell’incontro di ieri in regione la proprietà, rappresentata da Ettore Cuoghi, ha annunciato la richiesta di cassa integrazione ordinaria per 15 giorni, tempo durante il quale chiunque può presentarsi in tribunale e chiedere il fallimento dell’azienda. I lavoratori sono stati tranquillizzati sull’erogazione del denaro per la cassa integrazione ordinaria, se l’Inps non dovesse concederla la Regione subentrerà e ne coprirà i costi.

Durante l’assemblea i delegati sindacali hanno illustrato lo stato delle cose, ripercorrendo l’iter degli incontri che si sono succeduti dopo la mancata concessione del concordato; i delegati si sono riservati ulteriori comunicazioni dopo l’incontro con la proprietà fissato per lunedì, in quella sede si cercherà di capire quali sono le intenzioni dell’azienda.

La mancata concessione del concordato ha di fatto azzerato le trattative sugli esuberi e sulla mobilità già avviate da tempo con i sindacati, le trattative partono quindi da zero. L’obiettivo, enunciato dai sindacalisti è quello di far rientrare i 165 lavoratori di Fiorano e Sassuolo all’interno degli ammortizzatori sociali, mentre per quelli di Borgotaro è in corso la cassa integrazione straordinaria fino a maggio.

La proprietà dell’azienda ha intenzione di opporsi alla mancata concessione ma non ci sono ancora elementi di certezza su ciò che avverrà, diverse le strade che si possono percorrere. La mancata ammissione al concordato stoppa di fatto le trattative di vendita in corso, due le proposte presentate al tribunale fallimentare per Fiorano e Sassuolo, mentre per gli stabilimenti della provincia di Parma erano già in fase avanzata le trattative con la società Soprip, mista pubblico e privata, e la Powergres. L’obiettivo della proprietà, illustrato al tavolo istituzionale in regione, resta quello di cedere il gruppo ed uscire dal settore ceramico, i sindacati si sono impegnati a garantire che chi acquisirà gli stabilimenti si faccia carico anche dei lavoratori della produzione.

All’incontro era presente anche il sindaco di Fiorano Claudio Pistoni che ha ribadito l’impegno suo e delle altre istituzioni a garantire le condizioni affinché l’azienda possa continuare ad operare: «Non è facile essere ottimisti – ha detto rivolgendosi ai lavoratori – cerchiamo però di vedere il bicchiere mezzo pieno almeno per i prossimi 15 giorni. Conosco la proprietà e so che non hanno in animo di fallire, hanno la ceramica dentro e so che cercheranno tutte le strade possibili per evitarlo».