Il 22 marzo scorso si è tenuto al MIUR l’ennesimo incontro in relazione alla vertenza riguardante i cosiddetti Appalti Storici dei servizi di pulizia in ambito scolastico e dei lavoratori ex LSU. Tali servizi impiegano 26.000 lavoratori e lavoratrici a livello nazionale, di cui ben 400 nei soli territori di Modena, Bologna e Imola, e di questi più di 200 a rischio licenziamento.

La riunione, svoltasi alla presenza di tutte le parti sociali coinvolte (sindacali e aziendali) non poteva avere esiti peggiori.

Infatti nell’incontro, convocato anche al fine di analizzare tecnicamente gli aspetti dei futuri bandi di gara (l’appalto è attualmente in proroga e scadrà a giugno), il MIUR ha ribadito pienamente quanto già comunicato attraverso la Direttiva 103/2010 a firma del ministro, On. MariaStella Gelmini.

Le future gare subiranno dunque un taglio del 50% rispetto ai canoni precedenti, con sconvolgenti conseguenze sul piano del servizio. Le gare potranno essere svolte in autonomia da parte dei singoli istituti o circoli didattici creando un fenomeno di frammentazione con rilevante incidenza sociale sui lavoratori coinvolti, nonché eludendo o limitando fortemente le capacità di controllo da parte sindacale nei nuovi affidamenti, che attraverso il meccanismo del cottimo fiduciario permetteranno agli enti appaltanti di non rispettare le più elementari norme legislative al riguardo. In appalti così frammentati e di lieve entità economica non troveranno infatti applicazione i dettati del Codice Contratti sugli Appalti Pubblici (L. 163/2006).

Infine, a dispetto di tutti i proclami e le garanzie asserite e verbalizzate in un anno di confronto tra le parti, il MIUR ha previsto la chiusura degli appalti al 30 giugno e il riaffido delle nuove gare dal 1° settembre 2011, tranciando in tal modo la continuità occupazionale dei lavoratori e conseguentemente la loro possibilità di essere riassunti negli stessi appalti dal 1° settembre (meccanismo questo garantito dall’art. 4 del Contratto Nazionale di Settore).

Era difficile fare peggio.

In Emilia-Romagna le aziende appaltatrici interessate infatti hanno aperto in data odierna le procedure di mobilità per il loro personale, 200 persone coinvolte nei territori di Modena, Bologna e Imola.

Questa presa di posizione avrà dunque effetti devastanti su un settore già estremamente frantumato e di lavoro “povero”, gettando migliaia di lavoratori e lavoratrici nel baratro della più totale insicurezza lavorativa ed esistenziale. Tale condizione è tragicamente aggravata dall’assenza di ammortizzatori sociali in questo settore. Per non parlare poi delle deleterie ricadute sulla quantità e qualità dei servizi erogati, stante l’impossibilità, in tali condizioni, di garantire gli standard minimi di igiene necessari in ambienti di tale delicatezza come quelli scolastici.

Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltrasporti-UIL contestano e denunciano con forza tale risoluzione da parte del Ministero dell’Istruzione e si attiveranno in ogni modo – anche con opportune iniziative di sensibilizzazione – per tutelare il lavoro di queste persone nonché gli standard sostanziali di pulizia, tali da assicurare una sensata vita scolastica per ragazzi e studenti dal punto di vista ambientale.

Sono in atto assemblee informative in tutti i territori coinvolti ed è stato calendarizzato il primo appuntamento per il 5 aprile, giorno in cui è stata indetta una manifestazione nazionale con presidio davanti alla sede del MIUR a Roma. Successive iniziative e mobilitazioni a sostegno della vertenza verranno decise e intraprese a livello sia nazionale che territoriale.

(FILCAMS/CGIL MODENA-BOLOGNA-IMOLA, FISASCAT/CISL BOLOGNA-IMOLA, UILTRASPORTI BOLOGNA-IMOLA)