Oggi, 29 giugno, in Regione un altro tentativo per giungere a una soluzione riguardante il caso Snatt/Gfe, in un incontro convocato dall’assessore Gian Carlo Muzzarelli in accordo con la Provincia. Due, sul tavolo, i temi nodali che si rincorrono da quando, quasi un anno fa, si è aperta questa vicenda: l’applicazione del contratto Cgil Cisl Uil sul facchinaggio e la ricollocazione di 213 lavoratori che hanno perso il lavoro.

Il tema della giustizia e dell’equità salariale in un mercato del lavoro che cerca con fatica un modello nuovo rispondente ai nuovi contesti nazionali ed internazionali, tra crisi ed innovazione, è sicuramente un tema che oltre a far appassionare deve far riflettere, andando oltre alle manifestazioni di solidarietà legate al caso contingente.

E’un problema che non riguarda però solo la Gfe: diverse cooperative di facchinaggio nella nostra provincia e nella nostra regione, oltre che nel resto dell’Italia, applicano il contratto Unci, creando di fatto una condizione di dumping contrattuale. In realtà non succede solo nel settore del facchinaggio: il tema degli appalti al maggior ribasso, contrastato da sempre dalle Ooss, è presente anche in altri settori.

Come Cisl crediamo che solo un percorso di confronto che porti a regole definite e chiare sugli appalti e sui contratti da applicare, può risolvere la situazione non solo dei lavoratori della Gfe ma di tutti quei lavoratori che si trovano nelle condizioni di veder violato il principio costituzionale che vuole pari salario a fronte di pari lavoro. Ed è un percorso che deve per forza vedere coinvolte le istituzioni e la parti imprenditoriali, oltre che le organizzazioni sindacali. Come Cisl riteniamo che anche rispetto alla vertenza Snatt/Gfe la trattativa avviata con il coinvolgimento e l’impegno delle istituzioni sia lo strumento principe per ricercare e giungere ad una soluzione che rappresenti, pur con una gradualità, la risposta all’obiettivo di un’occupazione giustamente retribuita.

La delicatezza che ha assunto questa vicenda vorrebbe che si lasciassero da parte massimalismi e strategie che piuttosto che avvicinare sembrano allontanare le parti, esasperando il confronto. Come invece ha deciso il direttivo della Cgil, che, ancora una volta, all’interno di una trattativa che si sta portando avanti unitariamente, sceglie unilateralmente modalità e tempi di mobilitazione: 4 ore di sciopero provinciale per tutti i settori privati in caso che l’incontro in Regione non avesse esito positivo.

Non sono le premesse per iniziative unitarie! Alla Cisl non interessa fare di “un caso” “il caso”: interessa trovare soluzioni concrete ai problemi di tutti i lavoratori del settore, a partire da questa vertenza Gfe.