Ottimizzazione e risparmi sono le parole chiave dell’attualità. Al centro dell’agenda politica nazionale c’è l’urgente necessità di riordinare i conti della stato ottimizzando la crescente spesa pubblica, la quale ha come prima voce quella della sanità: considerando gli ultimi 50 anni, l’incremento costante delle uscite è attribuibile per più della metà all’assistenza sanitaria dei cittadini. In un momento in cui e’ centrale discutere di come salvaguardare i conti pubblici senza negare diritti ai cittadini, si parlerà del futuro del servizio sanitario pubblico, guardandolo dalla prospettiva dell’Emilia-Romagna, durante il convegno “Sostenibilità del Sistema Sanitario Pubblico: quali prospettive?”, promosso e organizzato da Cittadinanzattiva e da Fondazione Lilly in programma venerdì 18 novembre alle 9 a Bologna (Sala degli Anziani, Palazzo D’Accursio).

In Italia ciascun occupato finanzia la spesa pubblica dedicata alle pensioni e alle spese sanitarie degli over 65 con un contributo che equivale al 52,6% del Pil pro-capite; nel 2050 questa percentuale arriverà al 62,3% . Il carico di spesa che grava su ogni occupato è frutto di un trend storico sistematico: negli ultimi 50 anni l’incidenza della spesa sanitaria sul nostro prodotto interno lordo nazionale è almeno raddoppiata e non c’è alcun dato che faccia pensare che l’allungamento progressivo della vita possa portare a una riduzione o stabilizzazione, la spesa pubblica per la sanità continuerà a crescere fino a raddoppiarsi nell’arco dei prossimi 40-50 anni. Il risultato è che, se oggi copriamo il 75% della spesa pubblica, nel 2050 con lo stessa percentuale di Pil ne potremo coprire solo il 50% e per allora l’incidenza dell’assistenza sanitaria pubblica raggiungerà quella per l’erogazione delle pensioni (nel lungo periodo stabilizzata attorno al 14%) . Questi e altri dati sia nazionali che della regione Emilia Romagna verranno presentati dal CERM (Istituto Competitività Regolazione Mercati) e discussi tra le parti coinvolte in occasione del congresso di venerdì prossimo. Secondo lo studio, nell’arco degli ultimi 5 anni le Regioni con i conti nel miglior stato sono quelle che hanno saputo creare equilibrio tra il finanziamento e la spesa, che hanno erogato le prestazioni di qualità più elevata e infine, aspetto non meno importante, che hanno ricevuto un flusso di assistiti in ingresso. Secondo le analisi, tra tutte l’Emilia Romagna si colloca al secondo posto per numero di assisiti accolti, seconda solo alla Lombardia: negli anni 2008 e 2009 ciò ha portato un’entrata di circa 330 milioni di euro provenienti da altri sistemi sanitari regionali . L’Emilia Romagna, inoltre, si posiziona sopra la media nazionale per la qualità dell’assistenza prestata ai cittadini ed è seconda solo al Friuli Venezia Giulia per il livello delle infrastrutture.

Il quadro generale tracciato dal CERM, tuttavia, mette in luce come il divario tra spesa e risorse sarà sempre più ampio nel futuro. “E’ imprescindibile mettere in atto una gestione che segua due principi: promuova efficienza e compia scelte di priorità. In futuro sarà inevitabile che le prestazioni finanziate dal pubblica dovranno divenire molto selettive” spiega Fabio Pammolli, Direttore del CERM.

Secondo Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, “in un momento delicato per la sanità pubblica nel nostro Paese, ci si aspetta molto in termini di idee e soluzioni per l’intero sistema da Regioni come l’Emilia Romagna che negli ultimi anni hanno dimostrato di saper coniugare governo delle risorse e alta qualità dell’assistenza, razionalizzazione della rete ospedaliera e sviluppo del territorio, equità di accesso e innovazione. Temiamo che la riduzione delle risorse e l’aumento della spesa possa ingenerare un cambiamento di rotta anche nelle Regioni migliori”.

Franco Sisto Malagrinò segretario regionale di Cittadinanzattiva dell’Emilia Romagna dichiara che “i nuovi piani sociali e sanitari, e la definizione delle nuove strategie regionale, nel ricercare contenimento della spesa, la massima efficienza, ed individuare nuove priorità devono prevedere un percorso partecipato con l’obiettivo di costruire e preservare una cultura della comunità attraverso il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i soggetti sociali, le diverse professioni e categorie presenti nella sanità, le associazioni dei pazienti e dei malati cronici, a cui Cittadinanzattiva dell’Emilia Romagna intende dare voce. Si persegua fattivamente l’efficienza economica, ma si rispettino sempre e si tutelino i diritti di cura, di sicurezza, e di umanità dei servizi, sanciti dalla carta europea dei diritti del malato Il consenso e la condivisione delle nuove soluzioni devono costituire la migliore difesa da chi vuole ridimensionare i livelli di qualità raggiunti nella nostra regione.”

“Il convegno sarà una preziosa occasione per creare un confronto tra le parti coinvolte a partire dalla riflessione su questi dati” spiega Concetto Vasta Direttore Generale della Fondazione Lilly “un incontro fra istituzioni, cittadini, e comunità scientifica che riteniamo necessario per creare un sistema sanitario pubblico ancora più equo che sia da una parte sostenibile economicamente nel lungo periodo e dall’altra efficiente e partecipato da tutti gli attori, primi tra tutti i cittadini stessi”.

L’incontro si aprirà con un saluto dell’Assessore alla Sanità Città di Bologna, Luca Rizzo Nervo, e di Pasquale Caviano, Presidente V Commissione Sanità e Politiche Sociali. La discussione sul presente e futuro della sanità in Emilia Romagna vedrà poi il contributo di Fulvio Moirano, Direttore Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari, Fosco Foglietta, Presidente CUP 2000, Francesco Ripa di Meana, Direttore Generale AUSL Città di Bologna, Stefano Cencetti, Direttore Generale Policlinico di Modena, e Stefano Venturi, Direttore Generale Ospedale S. Orsola Malpighi.