Sciopero generale dei metalmeccanici Fiom/Cgil venerdì 9 marzo per la riconquista del contratto nazionale a partire dal Gruppo Fiat, per i diritti e la democrazia nei luoghi di lavoro e per la difesa dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

“L’accelerazione della trattativa sul mercato del lavoro e le intenzioni del Governo Monti di manomettere l’art.18 ci preoccupano” ha esordito stamattina in conferenza stampa il segretario della Fiom/Cgil di Modena Giordano Fiorani insieme a Cesare Pizzolla della segreteria Fiom. “Per questo lo sciopero del 9 marzo prossimo con manifestazione nazionale a Roma sarà anche contro l’attacco all’art.18 dello Statuto dei Lavoratori. Sono false le affermazioni in base alle quali l’art.18 blocca i nuovi investimenti o disincentiva le assunzioni. La verità è che l’art. 18 è uno strumento di tutela dei lavoratori contro i licenziamenti senza giusta causa”.

Oltre allo sciopero del 9 marzo prossimo, la Fiom/Cgil di Modena annuncia azioni di lotta la prossima settimana su tutto il territorio provinciale contro il tentativo di Federmeccanica di diminuire il livello di rappresentanza del sindacato nelle fabbriche modenesi.

Il Comitato Direttivo Fiom riunito ieri con oltre 250 delegati ha infatti deciso fermate di 1-2 ore in tutti gli stabilimenti che saranno decisi dalle Rsu. Si parte dalle aziende della città di Modena con fermate lunedì e mercoledì, e poi a seguire negli altri Comuni della provincia. Le fermate saranno accompagnate da iniziative con visibilità esterna quali cortei e volantinaggi.

“A fine 2011 – ha detto Giordano Fiorani – Federmeccanica ha inviato una lettera a tutte le imprese associate per informarle che dal 1° gennaio 2012 la Fiom/Cgil (non essendo firmataria del contratto nazionale separato firmato nel 2009) non ha più diritto alle assemblee di organizzazione, a partecipare alle elezioni delle Rsu per l’attribuzione della quota di un terzo, mentre sulle trattenute sindacali a favore di Fiom consiglia di continuare a farle in attesa di un chiarimento dell’orientamento giurisprudenziale”.

“Ciò unitamente all’accordo dell’Automotive del 22 dicembre 2011, ci fa dire che non è difficile prevedere che si voglia arrivare con il rinnovo del CCNL metalmeccanici dal 2013 (l’accordo separato del 2009 scade a fine 2012), ad estendere il modello Fiat a tutto il settore metalmeccanico facendo rientrare per questa via Fiat in Confindustria”.

La Fiom/Cgil non accetta di essere estromessa dalle aziende metalmeccaniche modenesi dove è di gran lunga il sindacato maggioritario.

Per questo ha richiesto un incontro urgente con Confindustria Modena per “chiedere all’organizzazione delle imprese modenesi che nella nostra provincia non trovi applicazione la lettera nazionale di Federmeccanica e perché si sancisca che a Modena il sistema contrattuale sia quello frutto di 40 anni di storia e non quello imposto da Fiat, che siano garantiti i diritti sindacali, le Rsu e i permessi, e che piattaforme e accordi siano votati dai lavoratori”.

“Confindustria deve sapere – ha spiegato Fiorani – che se non si troverà un accordo a livello provinciale su questi temi (rappresentanza, democrazia e diritti), la Fiom/Cgil aprirà vertenze sul piano delle singole aziende a cominciare da quelle che saranno rappresentate dai nostri delegati presenti in delegazione trattante”.

Insieme ai rappresentanti della Fiom, parteciperanno infatti all’incontro con Confindustria anche 15 delegati di importanti aziende modenesi dove al momento non sono stati fatti accordi. In tutta la provincia, la Fiom/Cgil ha fatto sinora 25 accordi aziendali, per un totale di oltre 5.000 addetti, che riconoscono la validità del contratto nazionale unitario firmato nel 2008 e i diritti di rappresentanza sindacale.

Per quanto riguarda l’accordo del Gruppo Fiat firmato da oltre 2 mesi (13.12.2011) e in vigore dal 1° gennaio di quest’anno, la Fiom denuncia come a oggi “non sia ancora stato presentato ai lavoratori, e sia stato votato a fine dicembre solo dalle Rsu e in un modo a dir poco ‹ridicolo›: si è fatto votare più volte sino a che non c’è stato il risultato desiderato, inoltre la componente Fiom delle Rsu non ha votato, e in Ferrari tutta la Rsu ha comunque votato contro”.

A 2 mesi dalla firma dell’accordo del Gruppo Fiat, Fim e Uilm non hanno fatto alcuna assemblea fra i lavoratori, né si è accettato di far svolgere il referendum abrogativo chiesto dalla Fiom nonostante siano state raccolte a livello nazionale 20.000 firme, di cui 1.200 a Modena.

“Hanno annunciato che il prossimo 22 febbraio riprende la trattativa sull’integrativo Ferrari – ha aggiunto Fiorani – la Fiom sarà esclusa, ma anche i lavoratori non sanno nulla dei contenuti”.

“Abbiamo inviato a Fiat la nomina delle RSA Fiom nei 5 stabilimenti modenesi, abbiamo chiesto i permessi sindacali per i membri del Direttivo provinciale e per i rappresentanti alla sicurezza (Rls), abbiamo chiesto che fossero eseguite le trattenute sindacali ai nostri iscritti. La risposta di Fiat è stata sempre NO!

“L’atteggiamento di Fiat è arrogante e autoritario. Siamo tornati ai tempi buoi della storia italiana – ha detto il segretario della Fiom/Cgil – agli Anni Quaranta e Cinquanta, quando si negava democrazia e legalità in fabbrica. Per questo a fine mese faremo anche una denuncia ex articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori per attività anti-sindacale nei confronti di tutte le aziende Fiat sul territorio provinciale”.

Il segretario della Fiom/Cgil ha anche annunciato il coinvolgimento delle Amministrazioni comunali su questi temi. Da parte del sindaco di Modena Pighi c’è già stata la disponibilità a convocare un Consiglio comunale aperto (si è in attesa della data) su democrazia e rappresentanza nelle aziende e in Fiat.

I Comuni di Carpi, Castelfranco, Mirandola, Pavullo e Maranello hanno dato disponibilità ad approvare ordini del giorno, mentre con i Comuni di Sassuolo e Vignola gli incontri si svolgeranno nei prossimi giorni.