Sabato 17 febbraio, a Bologna, si parlerà di prevenzione e di diagnosi precoce dei tumori cutanei nel corso della terza edizione del Corso Avanzato di Dermatoscopia realizzato grazie al contributo di Bioderma Laboratoire Dermatologique.

Negli anni 60 le possibilità di cura per il melanoma erano quasi nulle, oggi si arriva a salvare l’80% dei malati, ma bisogna arrivare in tempo. Per questo motivo, porre attenzione ai cambiamenti che i nevi possono sviluppare è una buona abitudine anche perché i tumori cutanei rappresentano la forma tumorale maligna più diffusa nella popolazione mondiale. Considerato un tumore raro fino a pochi anni, il melanoma – il tumore più severo – in Italia registra circa 9.000 nuove diagnosi all’anno: negli ultimi 10 anni c’è stato un aumento dell’incidenza di tipo esponenziale.

“Nel distretto di Bologna ad esempio – ricorda la Prof.ssa Annalisa Patrizi, Direttore della Dermatologia dell’Università di Bologna – i nuovi casi di melanoma sono passati da una media di 80 nuove diagnosi/anno del quinquennio dal ’97 al 2001 a 220 i nuovi casi nel 2010. L’aumento nelle diagnosi è certamente dovuto all’accresciuta attenzione per la prevenzione dei tumori che si riflette sul numero di visite dermatologiche effettuate per il controllo dei nevi: dal 2009 ad oggi il numero di visite effettuate presso gli ambulatori dermatologici esterni convenzionati e negli Ospedali Sant’Orsola-Malpighi e Maggiore-Bellaria, è raddoppiato, passando da 50 a oltre 100 visite a settimana. Purtroppo, per quanto riguarda le richieste presso la Dermatologia del Sant’Orsola, le liste di attesa sono piuttosto lunghe, sia per le visite che per gli interventi di asportazione dei nevi, e tale situazione siamo convinti che riguardi anche i Colleghi del territorio e della U.O. di Dermatologia dell’Ospedale Maggior-Bellaria” – afferma Patrizi.

Un contributo nello screening del melanoma, soprattutto nelle aree dove è più difficile raggiungere la popolazione per mancanza di strutture convenzionate, è stato ottenuto grazie al “Progetto Melanoma” dell’Associazione Nazionale Tumori (ANT). Tale progetto di screening gratuito, effettuato esclusivamente da specialisti dermatologi, ha permesso di individuare numerosi melanomi in fase precoce.

“Infatti, aggiunge la Prof.ssa Patrizi, se la diagnosi avviene in una fase precoce, la mortalità può essere ampiamente ridotta e la prognosi migliorata, fino ad arrivare ad una completa guarigione per le forme iniziali”.

Tra le cause dell’aumento dei casi di melanoma vi è certamente un cambiamento delle abitudini di vita, un’eccessiva esposizione al sole e ai raggi ultravioletti e lo scorretto o assente impiego di filtri solari ad alta protezione. La buona notizia è che la mortalità per questo tipo di neoplasia registra una lieve flessione, soprattutto nei giovani, grazie alla diffusione della cultura della prevenzione e alla diagnosi precoce.

“Un altro passo avanti potrebbe essere fatto attraverso le indagini genetiche mirate ai soggetti a rischio, soprattutto nel caso di melanomi familiari o multipli” afferma il Dott. Pier Alessandro Fanti, responsabile dell’Unità Melanoma della Dermatologia del Policlinico Sant’Orsola – Malpighi.

“La prevenzione può avvenire solo sensibilizzando la popolazione a non sottovalutare le lesioni della pelle ed a sottoporsi a visite e controlli ad intervalli regolari, ricorrendo al dermatologo soprattutto di fronte a lesioni dubbie o sospette. La nostra Unità Operativa partecipa attivamente a diverse iniziative, quali l’Euromelanoma Day, giornata di sensibilizzazione alla prevenzione del melanoma” conclude Fanti.

La prevenzione ha fatto passi da gigante con la dermatoscopia, metodica non-invasiva per la diagnosi dei tumori cutanei, divenuta uno strumento essenziale per la gestione clinica dei pazienti che arrivano in ambulatorio per il controllo dei nei. “La dermatoscopia mette in evidenza strutture microscopiche non visibili ad occhio nudo e, come dimostrato in più studi, permette un fondamentale miglioramento della capacità diagnostica del Dermatologo, solo ed unico Specialista autorizzato a refertare tale esame, in regime di convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale ”, spiega il Dott. Giuseppe Argenziano, Dermatologo presso l’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. “Possiamo affermare che una visita dermatologica per lesioni cutanee pigmentate, senza la dermoscopia non ha più alcun senso, come priva di senso sarebbe una visita cardiologica senza elettrocardiografia”.

“Ancora oggi – prosegue Argenziano – lo screening del melanoma rappresenta un costo piuttosto rilevante per il Servizio Sanitario Nazionale per l’impiego ancora limitato proprio di questa nuova tecnica, la dermatoscopia, che consente diagnosi più precise. Infatti, l’alto costo della prevenzione è principalmente causato da un numero elevato di falsi positivi clinici che si traduce in numero elevato di asportazioni non necessarie di nevi. Con la diagnostica tradizionale, su 30 asportazioni uno solo è un tumore; con la dermatoscopia si ha una diagnosi corretta su 5 sospetti clinici, con un numero inferiore di falsi positivi e, conseguentemente, un numero minore di interventi inutili” conclude Argenziano.

Il Corso rappresenta un momento di reale scambio e di aggiornamento tra specialisti dermatologi, che avranno modo di confrontare le proprie conoscenze e competenze nel riconoscere, il più precocemente possibile, le neoformazioni pigmentate benigne e maligne della pelle.