Mauro Manfredini, Capogruppo della Lega Nord in Regione, ha molto apprezzato i toni forti e decisi sul rilancio del federalismo, così come sono stati posti dai relatori al convegno su “Il federalismo alla prova. Quali Regioni per il rinnovamento del Paese?” che si è svolto oggi in Assemblea Legislativa.

Finalmente, dichiara il consigliere, si raccoglie unanime consenso al progetto federalista, così come inteso dalla Lega Nord, e il generale apprezzamento della legge n. 42 del 2009 che lo avrebbe definitivamente introdotto se non fossero sopraggiunte battute d’arresto soprattutto da questo Governo, che vuol riportare tutto a Roma, dalle decisioni alle imposte, alla reintroduzione della Tesoreria Unica.

Sconvolge – continua l’esponente del Carroccio – che a 40 anni dalla nascita delle Regioni siamo ancora qui a registrarne i fallimenti ed i timidi tentativi di riforma, per non dire di quanto oggi è emerso nel corso degli interventi: abbiamo appreso che sono oltre 4000 gli enti e gli organismi partoriti dalle regioni: un vero esercito di spese e costi, per non dire dello scandalo di Regioni a Statuto Speciale che finanziariamente sono favorite dallo Stato a discapito delle Regioni a Statuto Ordinario.

Caravita dell’Università La Sapienza di Roma ha inoltre confermato quel che Bossi sostiene, e cioè che se salta il processo europeo saranno protagoniste regioni come la Padania, la Scozia, la Catalonia, ed il Tirolo. Tesserin, Presidente della Commissione Statuto della Regione Veneto, ha messo ben in evidenza come le norme europee blocchino interi settori strategici, come la pesca e il turismo, danneggiando pesantemente le economie regionali.

Ottima l’idea di un convegno sul tema e ottimo lo spessore degli interventi. Pessima la conclusione – dichiara Manfredini – fatta da Piero Gnudi, neoministro del Governo Monti per gli affari regionali, turismo, sport: secondo lui il federalismo “non ce l’ha ordinato il dottore”, e lo mescola inopportunamente al turismo, con considerazioni che lasciano alquanto allibiti. L’unica cosa che ha chiarito alla platea è che da lui non ci potremo aspettare alcuna riforma né attuazione dei principi federalisti. Non metto in dubbio le sue capacità contabili, ma come Ministro ha oggi dimostrato di avere veramente poche idee e quelle poche molto confuse, tutte a danno delle riforme. Ad Errani, la cui parte politica appoggia questo Governo anti-cambiamento, lasciamo tirare le dovute conclusioni: noi le idee ben chiare ce le abbiamo.