“L’art 14 del decreto-legge “Semplifica Italia” rischia di depotenziare l’efficacia dei controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro poiché prevede una forte riduzione dei controlli stessi per le imprese in possesso della certificazione del sistema di gestione per la qualità (UNI EN ISO-9001)”.

E’ questo l’allarme lanciato questa mattina nella sede di via Milazzo dal segretario generale della Cisl Emilia Romagna, Giorgio Graziani, che così prosegue: “capisco e condivido che la disciplina dei controlli sulle imprese sia ispirata ai principi della semplificazione e della sburocratizzazione proporzionale alla effettiva tutela del rischio, ma questo cosa c’entra con la certificazione del sistema di gestione per la qualità?”.

“Difatti –continua il leader cislino – sappiamo bene che quando un’azienda adotta il sistema di gestione per la qualità, assume solo degli obblighi relativi al proprio rapporto di qualità con i clienti, obblighi quindi che non hanno nulla a che vedere con i controlli su salute, ambiente e sicurezza”.

“Insomma – ribadisce Graziani – il rischio concreto è che potrebbe bastare avere un certificato UNI ISO-9001, o altra similare certificazione, per vedere ridotti o soppressi tutti i controlli delle Ausl e delle Direzioni provinciali del lavoro, tranne ovviamente quelli in materia fiscale – finanziaria. Perché questo, i controlli sulla salute e sicurezza dei lavoratori valgono forse meno di quelli fiscali?”.

“Il testo – prosegue il massimo dirigente regionale della Cisl -, parla inoltre “di collaborazione amichevole con i soggetti controllati al fine di prevenire rischi e situazioni di irregolarità”, scelta certo condivisibile sul piano del principio, meno nella realtà in cui viviamo. Il rischio concreto, infatti, è che il concetto di “amichevole” potrebbe prestare il fianco a cattive interpretazioni e consentire così ai soliti furbetti di aggirare le norme”.

“Purtroppo – ribadisce il segretario generale – la sicurezza, al pari di elusione ed evasione fiscale, è un tema su cui come Paese scontiamo un ritardo culturale, che rende inevitabile ed auspicabile il ricorso alla collaborazione tra le parti, purché affiancato ad azioni di controllo mirate ed efficaci”.

“A ciò si aggiunga – conclude il sindacalista – che Regioni ed enti locali, nell’ambito dei propri ordinamenti, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, dovranno conformare le attività di controllo di loro competenza a tale principio. Obbligo non secondario anche per l’Emilia Romagna, una regione dove non mancano di certo problemi in questo campo. Infatti, infortuni e morti bianche, l’ultima proprio poche ore fa nel porto di Ravenna, sono ancora troppi anche in questa Regione e tanto si deve ancora fare con il supporto di tutti”.