“La situazione di Andrea e Senad denuncia la carenze di una buona leggeorganica sull’immigrazione e sulla cittadinanza, e mette in discussione l’utilità dei CIE. Nati come centri di identificazione ed espulsione, in realtà sono luoghi dove coesistono e s’intrecciano in condizioni di detenzione situazioni di fragilità estremamente eterogenee tra loro da un punto di vista sanitario, giuridico, sociale e umano, a cui corrispondono esigenze molto diversificate: molti migranti invece di scontare la pena in carcere, si trovano a scontare la fine della pena nei CIE luogo di detenzione amministrativa – dice Cécile Kyenge come responsabile nazionale primo marzo, associazione Giù le Frontiere e responsabile internazionale della campagna LasciateCIentrare -. Chiedo che si faccia chiarezza anche su questo trattamento diversificato della detenzione, dettato dall’appartenenza etnica di fronte alla legge che dovrebbe essere uguale per tutti. Rimane preoccupante anche il destino della struttura modenese dopo una gara d’appalto al massimo ribasso del Cie modenese, andata deserta”.

Alla luce delle oltre millesettecento firme raccolte nella petizione lanciata dall’associazione Giù le frontiere, rilanciamo il presidio – sostenuto da Arci, Italia sono anch’io, Pd, Sel, Arci, Cgil, associazione Giù le frontiere, LasciateCientrare e altre associazioni modenesi – per lunedì 19 marzo – ore 8.30- via San Pietro 1, Modena , davanti al Tribunale.