“Prezzo pomodoro: per l’annata in corso i produttori vengono castigati da un accordo che segna una riduzione del prezzo di 4 euro a tonnellata, passando da 88 dello scorso anno a 84, importo stabilito il 20 marzo scorso tra le Organizzazioni dei produttori – Op e Aiipa (Associazione italiana industrie agroalimentari)”.

Lo denuncia Antonio Dosi, presidente della Cia dell’Emilia Romagna a seguito dell’accordo siglato a Bologna. La Cia giudica negativamente l’atteggiamento contrattuale definito “inaccettabile e insensato” assunto da Aiipa in sede di rinnovo del contratto di fornitura alle industrie del pomodoro per la campagna 2012.

Il nuovo accordo ha portato a sfavorire la parte agricola con una perdita del 4,55% dei ricavi ed un aggravamento delle penalizzazioni per altre 5 euro a tonnellata, tutto ciò a fronte di aumenti dei costi di produzione del 2,4% medio e dell’8,7% per i carburanti.

“Questa ultima intesa, paradossalmente, riduce di 1 euro a tonnellata l’accordo precedente con Confapi sconfessando anni di dialogo e confronto costruttivo teso a consentire l’adattamento della filiera alle scelte conseguenti al disaccoppiamento degli aiuti Pac. Sconcerta inoltre il soccombere delle ragioni di aziende industriali orientate alla competizione sui mercati – prosegue Dosi – legate alla diversificazione in segmenti di elevata qualità ed alla loro valorizzazione rispetto a logiche proprie alle imprese meno dinamiche e competitive”.

L’atteggiamento di Aiipa nella fase contrattuale ha evidenziato, a giudizio della organizzazione agricola, azioni di disimpegno rispetto agli impegni assunti nell’ambito del Distretto pomodoro “che – sottolinea – al di là delle diverse valutazioni, evidenzia una visione arretrata delle relazioni interprofessionali volta solo al proprio interesse spicciolo, del momento, fuori da ogni programmazione con caratteristiche di correttezza relazionale, pianificazione e tutela della qualità ed equanimità”.

“La Confederazione, che ha comunque sostenuto nei limiti imposti alla propria competenza l’azione contrattuale delle Op, non può che giudicare pessimo l’accordo raggiunto – sottolinea Dosi – sia nei termini economici, come pure nella gestione finale della contrattazione e fino alla decisione di andare alla firma di un accordo che lascia in capo agli agricoltori – e solo agli agricoltori – l’onere di quanto di peggiore sancisce.

Occorre vigilare nella contrattazione e nella programmazione delle produzioni affinché l’approccio negativo da parte degli industriali non nasconda ulteriori volontà di penalizzazione nella fase di consegna dei prodotti”, aggiunge ancora la Cia.

“Riteniamo tuttavia utile – conclude la nota – proseguire il dialogo per rafforzare l’azione della produzione organizzata all’interno di obiettivi, impegni comuni e coerenti per il mantenimento e lo sviluppo della filiera del pomodoro, il consolidamento dell’occupazione, la sua distintività di ‘made in Italy’ e la sua capacità di internazionalizzazione”.