“Un contributo essenziale al sistema di istruzione e formazione pubblico che deve essere sostenuto nello spirito della sussidiarietà” così Andrea Pollastri (PdL) sulle scuole paritarie presenti in Regione, con particolare riferimento a quelle Cattoliche.

“La Regione Friuli Venezia Giulia – spiega l’azzurro – anticipa, già dal 2011, il contributo statale concesso alle scuole paritarie materne, primarie, secondarie di primo e secondo grado.

Benchè l’erogazione non copra l’intera cifra dovuta ma buona parte di essa, corrispondente all’80% (5.671.180 euro su 7.088.975), essa consente il funzionamento e, in taluni casi, l’esistenza stessa delle paritarie poiché mette un tampone ai lunghi tempi di pagamento dello Stato, che arrivano ad essere addirittura di oltre un anno.

Le scuole paritarie, le quali spesso e volentieri si basano sul volontariato ed hanno costi di funzionamento molto bassi, hanno bisogne del contributo statale, senza il quale non potrebbero pagare gli stipendi agli insegnanti, i fornitori ed i costi vivi di funzionamento.

Per tamponare il tempo che intercorre tra l’anno contabile e quando materialmente lo Stato eroga i fondi si dovrebbe ricorrere all’aumento delle rette, che, però, andrebbe a ripercuotersi negativamente sulle famiglie, specie in un momento di crisi come questo: per evitare ciò il Friuli ha deciso di anticipare il contributo statale”.

“Ma questa operazione – prosegue – non è l’unica a favore delle paritarie intrapresa dalla Regione autonoma: vengono infatti concessi anche assegni di studio alle famiglie bisognose, il sostegno all’offerta formativa ed un contributo annuale alla federazione regionale che rappresenta le scuole libere”.

Stimolato da questo esempio Pollastri ha presentato un’interrogazione per capire se anche l’Emilia-Romagna intenda, al pari del Friuli, anticipare, anche parzialmente, il contributo statale al funzionamento delle scuole paritarie e per chiedere quali siano gli interventi sino ad oggi messi in atto a sostegno della libertà d’istruzione.

“La libertà d’istruzione – chiosa – è un valore prezioso della storia e della tradizione italiana ed europea e consente di avere un’offerta plurale e capillare, che non si sostituisce ma integra quella pubblica, tra l’altro offrendo un servizio ad un costo molto più basso per la collettività e anche in ambiti, soprattutto in montagna o nelle aree rurali, dove l’offerta pubblica manca del tutto. Per questi motivi, anche se ideologicamente contraria, la nostra Regione deve fare di tutto per sostenerla”.