Hanno raggiunto le pertinenze di un’azienda metalmeccanica reggiana specializzata in produzione di rete elettrosaldata per carpenteria edile ed hanno puntato le loro attenzioni furtive a manufatti in acciaio e ferro nonché cavi elettrici in rame: nonostante siano riusciti a fuggire con i prezioso carico, del valore complessivo di circa 5.000 euro, non si sono assicurati l’impunità. I carabinieri della Stazione di Castelnovo Sotto, infatti, a conclusione di mirate indagini, sono riusciti a identificarli e a denunciarli alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia. Con l’accusa di furto aggravato in concorso i Carabinieri hanno denunciato F.L. 45enne, F.M. 35enne ed M.M. 39enne, tutti originari della provincia di Crotone e residenti a Reggio Emilia.

Secondo le risultanze investigative, i tre malviventi dopo aver noleggiato in un’agenzia di Reggio Emilia un furgone, si sono recati a Castelnovo Sotto facendo razzia di manufatti in acciaio, ferro e cavi di rame, accatastati, in attesa di essere trasportati in altra sede, nelle pertinenze di un’azienda metalmeccanica specializzata, appunto, in produzione di rete elettrosaldata per carpenteria edile. L’azione predatoria, condotta alle prime luci dello scorso 13 marzo 2012, è stata seguita un dipendente dell’azienda che però credeva erroneamente si trattasse dell’azienda di traslochi che dove effettuare il trasporto del materiale in altra sede. Quando poi lo stesso operaio ha appreso del furto, avendo immortalato il nome del’azienda di noleggio scritto sulle fiancate dell’autocarro, ha fornito l’importante dato identificativo ai carabinieri di Castelnovo Sotto a cui nel frattempo la proprietà aveva presentato denuncia di furto. Gli accertamenti condotti presso l‘autonoleggio di Reggio Emilia, hanno protato i i carabinieri di Castelnovo Sotto a rivolgere le attenzioni investigative dapprima al predetto 45enne e quindi ai suoi due amici. Nei confronti dei tre i carabinieri hanno acquistato incontrovertibili elementi di responsabilità, grazie ai quali gli stessi sono stati denunciati alla Procura reggiana in ordine al reato di furto. Le indagini ora vogliono accertare il canale del riciclaggio della refurtiva, finita nelle mani di probabili compiacenti demolitori per la successiva rivendita alle fonderie del nord Italia.