Modena punto di riferimento a livello nazionale per la Chirurgia Robotica. Il prof. Giampaolo Bianchi, Direttore della Struttura Complessa di Urologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è stato invitato, come maggior esperto in Italia di tecnica robotica all’XI Congresso dell’Associazione Italiana di Endochirurgia (IEA) che si tiene a Manfredonia dal 29 al 31 marzo. Dall’ottobre 2007, quando è cominciata l’attività, ad oggi, con l’ausilio del robot sono stati effettuati 262 interventi di prostatectomia radicale, cioè la rimozione della prostata colpita dal tumore, e 21 di plastica del giunto per idronefrosi, dati che rappresentano una delle più importanti casistiche italiane.

Bianchi parteciperà ad uno degli eventi più importanti del Congresso, un talk show dal titolo “Come sceglierei la mia prostatectomia radicale?”, al quale sono stati invitati i più rappresentativi urologi italiani che porteranno la loro esperienza nella tecnica a cielo aperto, quella laparoscopica e quella robotica. Al Policlinico di Modena vengono praticate tutte le tecniche descritte, ma l’attività svolta in tale ambito dalla Struttura complessa di Urologia è particolarmente rilevante, anche in virtù dell’utilizzo della più moderna tecnologia di intervento oggi disponibile: si tratta della chirurgia robotica, praticata con il robot “Da Vinci” all’Ospedale civile Sant’Agostino Estense di Baggiovara.

I risultati sono particolarmente positivi sia rispetto alla efficacia nell’asportare completamente il tumore, che per la ripresa della funzione erettile che avviene nel 80% dei casi. Questo approccio permette inoltre di limitare il sanguinamento e di conseguenza la percentuale di pazienti che necessitano di trasfusioni è molto bassa (6,9%). La degenza postoperatoria può essere limitata a 3 gg. e la ripresa dell’attività lavorativa è quasi immediata. Ma i vantaggi non si fermano qui: “Oltre il 60% dei pazienti operati, alla rimozione del catetere, non presentano problemi di incontinenza, ed i restanti recuperano una buona continenza nello spazio di pochi mesi – ha spiegato il prof. Giampaolo Bianchi – Da 3 anni è stato attivato un Master di 2° livello, che ha sempre esaurito i posti disponibili con l’iscrizione di specialisti provenienti da tutta Italia. Quello di Baggiovara è l’unico centro in Emilia Romagna con un grossa casistica ed un’attività routinaria in Urologia ormai consolidata da diversi anni.

Negli Stati Uniti il 90% delle prostatectomie sono eseguite con il robot, una percentuale che lascia prevedere che questo potrà essere lo sviluppo anche in Italia. Quanto al modo di operare del robot, la macchina consente al chirurgo di visualizzare gli organi del paziente attraverso una telecamera con una doppia ottica, in modo da rendere la visione tridimensionale. Tramite manopole sensoriali, il chirurgo muove con precisione ultramillimetrica pinze, forbici e gli altri strumenti necessari attraverso i bracci del robot. Strumenti e ottica vengono introdotti nell’addome attraverso piccoli fori sulla parete addominale. Per una maggiore accuratezza chirurgica l’immagine può essere ingrandita fino a 12 volte, permettendo una miglior dissezione e conservazione dei fasci vasculo – nervosi deputati all’erezione, e una perfetta sutura fra uretra e vescica. I movimenti delle mani del chirurgo vengono elaborati e trasmessi con impulsi dal computer, consentendo l’orientamento degli strumenti a 360° ed eliminando totalmente il tremore della mano.