Viaggiano i viandanti, viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti è il titolo di un ciclo promosso dai Comuni dell’Unione delle Terre d’Argine, dedicato a presentazioni di libri ed incontri con gli autori. Tratto da un brano dei Csi il titolo dell’iniziativa definisce da subito il filo conduttore che lega tutto il ciclo, promosso per riflettere sull’identità della nostra comunità e dei suoi mutamenti. Gli appuntamenti sono otto: si parte sabato 14 aprile, quando nella sala del Consiglio comunale di Carpi alle ore 17 (‘in replica’ domenica 15 aprile alle ore 10 al Castello Campori di Soliera) verrà presentato il libro Gesualdo. Immagini e ricordi di Rossano Grappone e Carmine Iannarone, dedicato al paese irpino dal quale tanti nei decenni passati partirono proprio per arrivare nel nostro territorio. Venerdì 4 maggio alle ore 21 alla Sala Montagnola di Campogalliano verrà invece presentato il libro Sebben che siamo donne di Manuela Rossi, con l’accompagnamento canoro delle Mondine di Novi.

A seguire il ciclo di incontri toccherà con vari appuntamenti in tutti i quattro comuni dell’Unione anche le vicende degli esuli giuliano-dalmati del Villaggio San Marco di Carpi, degli antifascisti mandati al confino o costretti a fuggire all’estero in esilio (il 25 maggio alle ore 21, con la presentazione a Rovereto di Novi di Modena del Dizionario Storico dell’antifascismo modenese), di coloro che furono costretti nel 1986 a lasciare Chernobyl. Il 26 maggio verrà poi presentata sempre nell’ambito di questa iniziativa la Consulta per l’integrazione dei cittadini stranieri dell’Unione mentre il 2 giugno la rassegna si concluderà con la presentazione un libro e un documentario sull’emigrazione postbellica da Sud a Nord di tanti bambini italiani.

“Il ciclo di presentazioni di libri e incontri con gli autori intende essere soprattutto l’occasione per riflettere sull’identità delle nostre comunità e su come l’identità locale muta nel tempo anche in relazione al rapporto con altre comunità e altre culture – sottolinea Giovanni Taurasi, Presidente del Consiglio comunale di Carpi – Il filo rosso che lega tutte le iniziative è infatti la relazione con chi, per diverse ragioni, migra e lascia la sua comunità originaria. Il ciclo si colloca sulla linea della riflessione dello scorso anno svolta per il 150esimo dell’Unità d’Italia, quando siamo andati alla ricerca delle nostre radici nel passato lontano e recente, e vuole proiettarsi invece sul futuro, perché l’identità di una comunità, come quella delle persone, non è un elemento statico, ma dinamico, e muta col tempo”.