La parrocchia di Formigine ha scelto come data per la celebrazione delle Prime Comunioni il “25 Aprile” (Festa civile che celebra la Liberazione dall’occupazione tedesca del Terzo Reich e la fine del Fascismo) ed il “1° Maggio” (Festa civile del Lavoro). Senz’altro la parrocchia avrà i suoi motivi per scegliere queste due feste che non cadono di Domenica (giorno dedicato dai Credenti a Dio) bensì di Mercoledì e di Martedì.

Nulla da dire se non che esse sono feste civili nelle quali l’intera comunità nazionale festeggia i valori della libertà, della democrazia e del lavoro e che non possono avere, per tradizione consolidata, altre date per essere festeggiate.

D’altra parte per trovare una domenica in prossimità a quelle date bastava anticipare o posticipare di pochi giorni.

Voglio ricordare il contributo fondamentale che i Cattolici hanno dato alla Resistenza, quanti sacerdoti, religiosi e laici ne siano stati protagonisti e martiri, quale impegno abbia caratterizzato la loro presenza nel mondo del lavoro affinché esso potesse essere espressione della dignità dell’uomo e non una forma di schiavitù.

Ritengo importante che i cattolici continuino a dare testimonianza del loro impegno sociale, condividendolo con la Comunità civile e sentendosi parte di essa nel partecipare da protagonisti anche alle celebrazioni e alle iniziative di queste due feste.

Invece il 25 Aprile, ad esempio, se è vero che nel Parco del Castello ci sarà la messa con le Autorità, è anche vero che, quasi contemporaneamente, a pochi passi, in Chiesa le famiglie, gli amici, i parenti e i cattolici saranno chiamati ad accompagnare i ragazzi in uno dei giorni più importanti della loro vita confessionale, quello della Prima Comunione.

Sono sicuro che non c’è stata la volontà di boicottare in qualche modo la festa della Liberazione e quella del Lavoro, ma poiché ritengo che la Parrocchia allo stesso tempo non valuti il sacramento della Comunione un fatto privato dei ragazzi e delle loro famiglie, ma un momento forte dell’intera comunità cattolica, dimostra come essa non senta di essere parte delle due feste civili.

Questo avvenimento potrebbe lasciare il dubbio su un tentativo di traslare dall’ambito storico/politico a quello strettamente confessionale una parte della società formiginese (cittadini, famiglie, Istituzioni) quasi a volere marcare, in senso antistorico, il territorio.

Credo che questo renda un po’ più povera l’intera società formiginese, privata di una sua componente importante, ma renda anche la Parrocchia un pò più lontana dalla sua gente.

Scrivo queste righe, sperando che possano essere un contributo ad evitare in futuro le sovrapposizioni che ho segnalato e lo faccio dopo che ho constatato uno strano silenzio di chi dovrebbe rappresentare la Comunità civile.

(Gruppo di cittadini formiginesi, il portavoce Giuseppe Cassetti)