Un 25 aprile da festeggiare non solo nelle piazze ma anche “in tante case, dove riuniti a tavola nonni e nipoti, padri, madri e figli si sappiano scambiare con la memoria il senso di una comunità che prova a ritrovare se stessa”, perché la festa della Liberazione “non è solo una ricorrenza delle istituzioni o la fine di un conflitto, ma è una ricorrenza che ci richiama alle persone normali, alle loro storie, alla loro quotidianità”.

A dirlo è Matteo Richetti, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che invita a non dimenticare come “il 25 aprile è senz’altro ricorrenza, memoria e celebrazione ma anche quotidianità”. Un concetto, assicura, “che si sente forte visitando Montesole”, località dell’Appennino bolognese dove tra il settembre e l’ottobre del 1944 più di 800 persone furono trucidate dalle truppe naziste: “Persone normali che sono state irreparabilmente strappate alla quotidianità e alla storia- ricorda il presidente dell’Assemblea-, persone che semplicemente vivevano: bambini che giocavano, madri che preparavano da mangiare, uomini al lavoro”.

La speranza di Richetti è allora “riuscire a tradurre ai nostri figli che la Liberazione non è un concetto astratto ma che ha conosciuto nella carne delle persone una loro crudele ed eroica concretezza, e che oggi è ancora possibile e necessaria una lotta di Liberazione, liberazione- sottolinea- da ciò che oggi rende prostrata e schiava la nostra società come la corruzione, il malaffare, la mafia, un individualismo becero ed esasperato, le grandi disparità sociali, la prepotenza del potere, il degrado delle istituzioni”. Il tutto per poter “arrivare un giorno ad affermare nei fatti e non solo con le parole lo spirito autentico della lotta di Liberazione”.

Richetti avverte che siamo davanti ad un impegno “che dobbiamo tornare a sentire come ‘collettivo’, come terreno comune sul quale ricostruire insieme la res pubblica” e che va affrontato “insieme, come individui, ognuno per la sua parte”. Ed è solo così facendo, conclude Richetti, che “potremo ancora oggi credibilmente onorare la memoria di chi ha dato la propria vita per la libertà e che, ancora oggi, a distanza da quei giorni, ci chiede di non tradire quel sacrificio ‘tanto antico e sempre nuovo’”.