L’Amministrazione Comunale di Fiorano ha aderito all’iniziativa della Cgil siciliana di costruire un monumento dedicato a Placido Rizzotto, con una pietra inviata da ogni Camera del Lavoro e da ogni città d’Italia.

La pietra inviata da Fiorano è accompagnata da una lettera nella quale il sindaco Claudio Pistoni e l’assessore alle politiche della sicurezza Alessandro Borghetti scrivono: “La comunità di Fiorano Modenese è onorata di potere contribuire al monumento in memoria di Placido Rizzotto, inviando una delle pietre che serviranno alla sua costruzione. La pietra, che l’uomo forgia con fatica, è il simbolo del lavoro e racconta la lunga storia di lotte e di impegno per dare ai lavoratori dignità e diritti, conquistati grazie al sacrificio di martiri come Placido Rizzotto, interpreti della nostra Costituzione che innalza il lavoro a fondamento della Repubblica Italiana.

La mafia è riuscita a uccidere Placido Rizzotto e per 64 anni ha potuto nasconderne il corpo, ma non ha saputo cancellare le sue idee e i suoi valori; li ha resi anzi invincibili al tempo, così che la sua memoria rimarrà impressa nella storia, per indicarci il cammino da percorrere. Di testimonianze e di esempi, ne abbiamo bisogno oggi, come ne avevamo bisogno 64 anni fa; la comunità di Fiorano, con la pietra che vi invia, ribadisce il suo impegno per la legalità e conferma il suo impegno contro le infiltrazioni della criminalità organizzata. A nome di tutti i cittadini di Fiorano Modenese salutiamo con un ideale abbraccio i cittadini di Corleone”.

Placido Rizzotto, socialista, fu il primo segretario della Camera del Lavoro e lottò a fianco dei contadini contro i proprietari terrieri e la mafia di Navarra e Luciano Liggio. Il 10 marzo 1948, fu ucciso, così come venne assassinato con una iniezione letale Giuseppe Letizia un giovanissimo pastore che aveva assistito all’omicidio e visto in faccia gli assassini di Rizzotto.

Le indagini furono condotte dal capitano dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, insieme a quelle di altri 74 omicidi di contadini e braccianti protagonisti del movimento di occupazione delle terre. Le indagini portarono all’arresto di Vincenzo Collura e Pasquale Criscione che ammisero di aver preso parte al rapimento di Rizzotto in concorso con Luciano Liggio. Ritrattarono poi la confessione e vennero assolti per insufficienza di prove. In quel periodo il giovane capitano Dalla Chiesa si dovette occupare di ben 74 omicidi di contadini e braccianti che avevano diretto o partecipato al movimento della occupazione delle terre.

“Sappiamo che i nostri territori fanno gola alla criminalità organizzata e che non ha mai rinunciato a tentare di infiltrarsi – spiega il sindaco Claudio Pistoni – Se anche non vediamo casi evidenti e conclamati, siamo comunque attenti a certe attività, non sempre visibili, dove si possono annidare intenti criminosi e diamo totale collaborazione alle forze dell’ordine, per qualunque necessità nell’ambito del loro lavoro investigativo”.

“Attraverso l’adesione a iniziative nazionali come la pietra per Rizzotto, o attraverso iniziative locali come la conferenza con il giornalista Roberto Tizian, costretto a vivere con la scorta per i suoi articoli sulle infiltrazioni in Emilia Romagna, confermiamo il nostro impegno quotidiano contro tutte le mafie”.