Nel comparto edile bolognese il 2011 ha segnato “un’emorragia occupazionale che non si e’ ancora arrestata”. E’ quanto emerge dall’indagine dell’Iiple, Istituto professionale edile di Bologna presentato oggi in conferenza stampa, alla vigilia del convegno Cpto-Iiple su si terra’ domani a Palazzo d’Accursio per fare il punto annuale sulla sicurezza sul lavoro in edilizia.

Rispetto ai dati del calo occupazione, fanno eccezione soltanto i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria dei fabbricati e di risparmio energetico, anche grazie agli incentivi fiscali, per i quali l’Emilia Romagna e’ leader nazionale, in rapporto alla popolazione residente.

Nello specifico, secondo le tre Casse edili provinciali, il numero dei lavoratori edili dipendenti iscritti alle Casse, a settembre 2011 si attestato a quota 9.145. 600 in meno rispetto all’anno precedente (-6,2%). Calano, anche se in maniera ridotta, anche le ore lavorate: nel 2011 sono state 13.303.544 (-2% sull’anno precedente). Resta stabile al 39% la percentuale di lavoratori stranieri.

Una parte dei lavoratori che hanno perso il lavoro a causa della crisi, pero’, puo’ aver ricominciato a lavorare da artigiano, come si intuisce dai dati della Camera di Commercio di Bologna. Difatti, nel 2011 il saldo delle imprese edili e’ positivo: 927 sono le nuove imprese edili (di cui il 77% individuali) contro le 607 che hanno cessato l’attivita’ (di cui l’87% individuali). Un andamento in linea con la peculiarita’ artigiana del settore edile, nel quale le ditte individuali sono circa il 90%.

Buone notizie, invece, per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro. Da uno studio realizzato dalla dottoressa Francesca Danielli si evince che dal 2005 al 2009 il settore edile locale ha visto un calo del 29,5% degli infortuni denunciati: da 2.871 del 2005 a 2.024

del 2009. Per il 2011, in attesa dei dati Inail, segnali incoraggianti arrivano dalle Casse edili, che rilevano un calo sensibile delle ore indennizzate per infortunio: nel 2011 sono state 115.170, con 1 infortunio ogni 13.630 ore lavorate. Nel 2010, invece, c’era stato 1 infortunio ogni 12.889 ore.

Due, infine, gli infortuni mortali in provincia. Tuttavia, dalle rilevazione del Cpto risultano altri due infortuni mortali di lavoratori non iscritti alle Casse Edili, per un totale efettivo di 4 morti sul lavoro. Le cause principali per gli infortuni mortali in Emilia-Romagna sono nell’ordine: caduta dall’alto, schiacciamento dovuto a caduta di oggetti pesanti, folgorazione, ribaltamento dei mezzi e l’impatto con mezzi in movimento.