La Fondazione Scuole dell’infanzia è un modello di gestione potenzialmente positivo perché partecipato dai genitori, aperto alla società civile, con personale educativo assunto a tempo indeterminato. Le novità normative sono importanti, ma non sufficienti. Il commento del capogruppo Pd in Consiglio comunale a Modena Paolo Trande:

«Innanzitutto una premessa sulle ultime novità normative: l’allentamento della legge di stabilità sul turn-over del personale degli Enti locali nei settori istruzione, servizi sociali e polizia municipale è sicuramente positivo e risponde sia allo sforzo congiunto dell’Anci, del sindaco Pighi, del Partito democratico, dei suoi parlamentari che alle richieste che arrivavano dai cittadini e dagli insegnanti. Questa norma purtroppo però non soddisfa completamente i fabbisogni e non colma la sperequazione tra Stato ed Enti locali sulla possibilità di assumere. Ribadiamo, è un sicuro passo in avanti ma non consente di risolvere i problemi che ci portarono ad optare per la Fondazione Scuole di Infanzia. Alcuni mesi fa a causa delle difficoltà finanziarie dello Stato centrale e delle norme restrittive e inique delle varie manovre di stabilizzazione, abbiamo deciso di fare fronte alla vacanza di posti nelle Scuole di infanzia costituendo una Fondazione di partecipazione, pubblica, che assuma direttamente il personale educativo a tempo indeterminato, partecipata dai genitori, aperta al contributo della società civile, in grado di fare fund rising. Gli obiettivi fondamentali da perseguire attraverso la Fondazione, dicemmo, erano: non un bimbo fuori dalle scuole a settembre 2012 e garanzie per la continuità educativa. Noi oggi confermiamo, pur tenendo conto delle novità intercorse, che la Fondazione Scuole dell’Infanzia pubblica è un modello di gestione potenzialmente positivo. Positivo perché partecipato dai genitori, aperto alla società civile, con personale educativo assunto a tempo indeterminato. Noi pensiamo che la innovazione che stiamo per produrre darà qualità e stabilità perché ci si sottrae al giogo del Governo centrale che sotto i colpi della crisi alterna, con frequenza eccessiva, allentamenti e strette finanziarie per gli Enti locali, mettendo a rischio la stabilità del sistema, bene essenziale per la continuità educativa e la programmazione. Siamo convinti che in questa maniera Modena recupera il suo ruolo di innovazione e l’idea antica dell’autonomismo territoriale (unitario e non divaricante quale è stata la pessima vicenda leghista). Non possiamo esporre le nostre scuole alla scure di qualche ministro dell’economia in cerca di risorse per fare fronte ai disastri di altri Enti locali (Catania, Palermo, Roma etc.) e agli sprechi dei ministeri. Noi andiamo avanti con il nostro Progetto. Tra un anno verificheremo in Consiglio Comunale la qualità del servizio e i costi. Se il modello innovativo, pubblico, partecipato, aperto, che andiamo a costruire funzionerà, valuteremo se questo sarà il “Modello Modena” per la gestione delle scuole. Molte altre città in Italia (Bologna, Torino, Mantova) in questi giorni hanno chiesto informazioni sulla nostra sperimentazione. Anche questo ci inorgoglisce e ci spinge ad andare avanti nella costituzione della Fondazione».