L’Emilia-Romagna prima nella lotta alla tratta degli esseri umani, contro la riduzione in schiavitù nella prostituzione, nel lavoro forzato, nell’accattonaggio. Per il progetto “Oltre la strada” la Regione riceverà un finanziamento di 782 mila euro per essere risultata anche quest’anno al primo posto nella graduatoria del bando per il Fondo Nazionale Lotta alla Tratta del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con “Oltre la strada” la Regione Emilia-Romagna dal 1996 promuove e coordina un articolato sistema di interventi, realizzati dagli enti locali e rivolti a vittime di grave sfruttamento e riduzione in schiavitù. Il riconoscimento del Dipartimento Pari Opportunità conferma come nel panorama nazionale il progetto rappresenti un’esperienza di riferimento, per i dati di attività e per il modello organizzativo.

“Questo risultato premia l’impegno e il lavoro di una rete, composta da forze dell’ordine, istituzioni, associazioni, che in Emilia-Romagna aiuta ogni giorno le persone vittime di violenza e maltrattamenti – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali della Regione Emilia-Romagna Teresa Marzocchi – Inoltre, l’applicazione del permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale previsto dall’articolo 18, può sempre più divenire uno strumento prezioso, per consentire a tante donne di uscire dai soprusi e dalle violenze”.

Dal gennaio 1999 al dicembre 2011 sono 3.566 i casi trattati all’interno dei progetti di assistenza e tutela dedicati a persone vittime di grave sfruttamento e tratta. Inoltre sono stati ottenuti 3.500 permessi di soggiorno, 191 rimpatri, 7.263 interventi di reinserimento socio-lavorativo (di cui: 2.883 inserimenti lavorativi, 635 borse lavoro, 643 corsi di formazione professionale, 2.003 corsi di alfabetizzazione, 1.099 percorsi di orientamento al lavoro).

I programmi individualizzati di prima assistenza (art. 13 Legge 228/2003) e quelli di protezione sociale (art. 18 D. Lgs. 286/98) rappresentano il cuore del progetto. I primi possono avere durata massima di 3 mesi, e costituiscono la base del percorso di fuoriuscita dalla situazione di sfruttamento. In questo primo periodo vengono approntate le immediate misure di accoglienza e di assistenza sanitaria. Successivamente il percorso può proseguire con il passaggio alle forme di tutela previste dall’articolo 18 del Decreto legislativo 286/98, cioè ai programmi di protezione sociale che durano mediamente tra i 18 ei 24 mesi, e si conclude con la richiesta di conversione del titolo di soggiorno da motivi umanitari a motivi di lavoro. Vengono realizzate azioni di protezione e integrazione come l’accoglienza abitativa, l’assistenza sanitaria, psicologica, legale nonché specifiche attività mirate all’inserimento socio-lavorativo come corsi di formazione professionale, di alfabetizzazione linguistica, borse-lavoro e tirocinii lavorativi. L’obiettivo degli interventi è quello di far raggiungere la piena autonomia sia dal punto di vista materiale che psicologico alle persone (soprattutto donne vittime di sfruttamento sessuale) che decidono di sottrarsi ai circuiti criminali.

A partire dal 2011, la Regione Emilia-Romagna rappresenta la Conferenza Unificata (come membro supplente) all’interno della Commissione Interministeriale a sostegno delle vittime di tratta, violenza e grave sfruttamento istituita presso il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Per approfondimenti e per il dettaglio di tutte le iniziative, consultare il portale web dell’assessorato alle Politiche sociali http://sociale.regione.emilia-romagna.it