Il Consiglio Locale di Reggio Emilia – composto dai sindaci del territorio reggiano e dalla Provincia nell’ambito della riorganizzazione che ha portato alla nascita di una nuova Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per la gestione dei servizi idrici e i rifiuti – ha deliberato di avviare una serie di iniziative di grande importanza per quanto riguarda sia gli aspetti economici-finanziari del ciclo idrico sia i possibili futuri modelli gestionali del servizio. Le iniziative deliberate, per individuare una sorta di “via reggiana” al dopo-Referendum sull’acqua, sono state illustrate questa mattina a Palazzo Allende da Mirko Tutino, assessore provinciale all’Ambiente e coordinatore del Consiglio Locale; dal sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci, Graziano Delrio; dal sindaco di Correggio Marzio Iotti, rappresentante reggiano nell’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi idrici e rifiuti (Atersir) che ha accorpato le vecchie 9 Ato provinciali dell’Emilia-Romagna, e dal sindaco di Scandiano Alessio Mammi, che è anche coordinatore del sub-patto di sindacato di Iren.

Bollette e remunerazione del capitale garantito. Particolarmente complessa, oltre che delicata, la materia, sulla quale si attendono peraltro le indicazioni da parte dell’Authority centrale – individuata con il Decreto Monti del dicembre 2011 nell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas – sulla ridefinizione del modello tariffario, dopo che il referendum ha abolito la remunerazione garantita pari al 7% del capitale investito (il 6.3% in Emilia-Romagna). “Nel frattempo Provincia e Comuni reggiani non rimarranno comunque con le mani in mano”, ha spiegato l’assessore Mirko Tutino annunciando che il Consiglio Locale di Reggio Emilia ha stabilito di costituire un nucleo di tre esperti scelti rispettivamente dal Consiglio Locale, dall’ex Comitato consultivo dell’Ato (ovvero organizzazioni sindacali, imprenditoriali e dei consumatori) e dal Comitato Acqua Bene Comune, allo scopo di esaminare i bilanci del Servizio idrico integrato di Iren e comprendere esattamente quale sia la remunerazione del capitale riconosciuta in tariffa per i capitali acquisiti (a debito) sul mercato finanziario allo scopo di verificare se esistano le condizioni per eliminare o ridurre tale remunerazione.” L’assessore Tutino ed i sindaci Delrio, Iotti e Mammi hanno chiarito che “chi dice che la remunerazione del capitale è il profitto che Iren ha nella gestione dell’acqua non fa una corretta informazione: si tratta degli interessi sui mutui che l’azienda contrae per realizzare nuovi depuratori. Il punto è capire se il 6,3% del capitale preso a debito sia stato effettivamente speso oppure no e per questo all’azienda chiederemo di mettere sul tavolo tutti i numeri e discuterli con istituzioni, utenti e comitati dell’acqua”.

Il lavoro dei tre saggi sarà quindi sottoposto ai componenti dell’ex Comitato consultivo dell’Ato integrato da una delegazione del Comitato Acqua Bene Comune con l’obiettivo di presentare entro il 30 giugno prossimo una proposta al Consiglio Locale, che potrebbe prevedere un ridimensionamento degli investimenti derivato dalla totale cancellazione della remunerazione del capitale ed il necessario ricorso alle sole risorse derivate dalle tariffe.

Al soggetto gestore Iren, inoltre, verrà chiesta la pubblicazione online del bilancio del Servizio Idrico Integrato, con l’obiettivo, in particolare, di collegare ogni investimento (superiore ad una soglia la cui definizione spetterà al gruppo di esperti) alle modalità con le quali viene finanziato ed al relativo costo di acquisizione sul mercato dei capitali finanziari. “Sempre a Iren – hanno aggiunto i quattro amministratori – abbiamo chiesto l’accantonamento di quanto incassato a titolo di remunerazione del capitale per gli investimenti non ancora realizzati alla data del primo luglio 2011, in attesa di conoscere gli orientamenti regionali o nazionali in materia di riconoscimento in tariffa della remunerazione del capitale e quindi di una possibile restituzione”. Al Comitato Acqua Bene Comune, gli enti locali chiedono invece di sospendere la campagna di cosiddetta “obbedienza civile” in ragione “delle importanti scelte di condivisione, trasparenza e ridefinizione delle politiche tariffarie promosse dal Consiglio Locale” ed anche per i “rischi che i lunghi contenziosi potrebbero comportare per i cittadini visto che la stessa Authority del gas, il 29 aprile, ha chiesto agli enti locali di non intervenire con riduzioni delle tariffe in attesa che siano definite le modalità di applicazione.”

Nuovo modello gestionale. Importanti novità anche per quanto riguarda la strada da intraprendere per l’affidamento della gestione del Servizio idrico integrato dopo l’esito referendario, “fermo restando che dovranno comunque essere salvaguardati principi di fondo quali la promozione del diritto all’acqua con tariffe che carichino i costi prevalentemente su chi consuma di più, piani per il contenimento della risorsa idrica (Reggio Emilia già oggi ha uno dei pochissimi Piani d’ambito che non prevede aumenti dei volumi erogati), promozione della partecipazione dei lavoratori e degli utenti alla scelte aziendali ed alla sorveglianza della gestione”.

Tre le scelte al momento possibili: affidamento competitivo mediante gara pubblica a soggetti che operano nel mercato, tra i quali certamente Iren; affidamento del servizio ad una società in house appositamente creata dagli enti locali reggiani oppure ad un ente di diritto pubblico appositamente creato dagli enti locali reggiani. “La decisione finale dovrà essere il risultato di un percorso conoscitivo e valutativo libero da pregiudiziali e ponderato sugli elementi oggettivi e di prospettiva che ogni ipotesi sottende nonché dagli elementi di esperienze concrete, non limitate al nostro territorio”, hanno sottolineato gli amministratori pubblici, ricordando comunque “il servizio certamente positivo e prezioso reso in questi decenni da Agac prima, Enìa poi ed infine Iren” e rimarcando “l’ineludibile tendenza a standardizzare e livellare tutti i fattori gestionali in vista del profitto ottimale, senza legami di mission rispetto al territorio ed alla società in cui operano, da parte delle tante multinazionali che guardano con grande interesse al mercato idrico”.

Più che mai fondamentale, dunque, conoscere per decidere. Per questo entro il 31 maggio l’ex Assemblea dell’Ato effettuerà un’audizione conoscitiva di due esperti con impostazione analitica e teorica alternativa – il prof. Emanuele Lobina dell’Università di Greenwich ed il prof. Antonio Massarutto dell’Università di Udine – che operano in istituti di ricerca pubblici ed hanno collaborato con numerose realtà nazionali ed internazionali. Ma, soprattutto, verrà attivato un Forum provinciale per l’Acqua che dovrebbe essere composto dagli amministratori locali dell’ex Comitato esecutivo Ato (oltre ad almeno un sindaco e/o un suo rappresentante per distretto); associazioni ambientaliste di rilievo provinciale e riconosciute a livello nazionale; Movimento Acqua Bene Comune; organizzazioni rappresentative delle imprese, i sindacati e le organizzazioni dei consumatori. Potranno inoltre parteciparvi, per fornire informazioni ed osservazioni di natura tecnica, le strutture tecniche competenti del Comune di Reggio Emilia e della Provincia; i referenti tecnici degli attuali soggetti gestori e almeno un funzionario della nuova Agenzia regionale.

La prima riunione del Forum si svolgerà nella Sala del Consiglio provinciale entro il 31 maggio, per proseguire poi con gli incontri successivi non oltre la fine di ottobre. Entro la data della prima riunione tutte le componenti del Forum dovranno presentare le proprie proposte in merito ai temi da approfondire e/o soggetti da coinvolgere, che saranno discusse direttamente dal Forum. Gli incontri saranno registrati e disponibili in diretta su un apposito sito internet ed il materiale illustrato nel corso delle riunioni sarà pubblicato sullo stesso sito. Tutti i contributi emersi saranno raccolti al fine di produrre un documento di indirizzo, da sottoporre al nuovo Consiglio Locale dell’Agenzia d’Ambito, entro il prossimo novembre.

“Si tratta di un percorso molto articolato, serio e approfondito – ha detto il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio – ricco anche di fatti concreti come la richiesta ad Iren di accantonare quanto incassato a titolo di remunerazione del capitale per gli investimenti non ancora realizzati al primo luglio 2011 e al Comitato Acqua Bene Comune di sospendere la campagna di “obbedienza civile”, nell’attesa di conoscere i giusti criteri di calcolo che verranno indicati dall’Authority”.

L’importanza di una “reale discussione democratica e informata, quanto mai necessaria su un bene così prezioso e tematiche così complesse” è stata sottolineata anche dal sindaco di Correggio Marzio Iotti, mentre il sindaco di Scandiano Alessio Mammi ha parlato di “lodevole tentativo di individuare una via reggiana al Sistema idrico integrato del futuro che tenga conto anche del segnale politico emerso dall’esito referendario”.