È una questione di fortuna. Non capita spesso, ma quando capita, gli effetti, tanto imprevedibili quanto positivi, sono forti almeno quanto le cause. Quando due artisti dall’analoga ricerca si incontrano, il lavoro dell’uno si arricchisce di quello dell’altro e viceversa. Affinità elettive che portano da una parte al consolidamento degli antichi principi e dall’altra all’apertura di nuove strade. Mustafa Sabbagh e Christian Zucconi hanno avuto la fortuna di incontrarsi, Ferite liquide ai Magazzini Criminali ne è il primo effetto.

 

CHRISTIAN ZUCCONI SU MUSTAFA SABBAGH

Senza dubbio, Mustafa è persona dalla rara capacità di vedere oltre. Non vede “attraverso”, quella sarebbe capacità da supereroe, ma oltre, al di là di quello che ad uno sguardo “normale” – giacché supereroe non è ma artista vero lo è di certo – apparirebbe scialbo, banale o addirittura brutto – nel senso di sgradevole o, più semplicemente, inameno. Ecco, quando tra questo straordinario osservatore e l’osservato c’è una macchina fotografica, quello che rimane è proprio l’immagine di quell’oltre, ormai fissato per sempre su un supporto e mostrato concretamente anche a noi “normali”. Malgrado le maschere e i costumi che spesso ricoprono totalmente il soggetto ritratto, forte ci pervade una sensazione di nudità. Malgrado situazioni forzate e costrittive, oggetti d’uso comune che diventano strumenti di tortura, la sensazione è di una delicatezza estrema, quasi pudica nella brutale ricerca del bello in ciò che, per uno sguardo annoiato e ottuso dall’ordinario, bello non è. Le immagini che Mustafa propone raccontano una storia diversa da quella che rappresentano, come se la parte più importante non sia impressa nella fotografia ma si imprima sui nostri occhi senza essere vista. Questo il fascino, la malia, l’incantamento dell’oltre che Mustafa ci svela senza pudori, rendendoci partecipi di una bellezza che ci sarebbe preclusa. (Christian Zucconi)

 

E la materia divenne anima,

un gesto antico diventa rivoluzione.

Il mio sguardo si poggia sui lavori di Zucconi con sospetto,

poi vengo di colpo rapito dalla sua estrema modernità,

in un mondo attaccato alle sue memorie.

Zucconi è la vera rappresentazione del suo tempo – anche il nostro-

Tiresia è una donna erotica, come in una chat room si nutre e si fa bella

attraverso gli sguardi dei suoi contatti web.

Si tocca per incontrare se stessa, si tocca per vanitas, per liberare i suoi sogni e anche il suo corpo.

Zucconi che distrugge le sue perfette creature per poi ricomporle con un filo metallico come la magnifica donna nel film CRASH di Cronenberg .

Il Cristo di zucconi,,,non è ne vittima ne salvatore ma un cristo che ama farsi guardare , indagare nudo come in un sito erotico….

più osservo il suo lavoro più leggo il nostro tempo .

Il mio Mac è già connesso al mio sito notturno preferito.

Una materia antica che si fa social network. (Mustafa Sabbagh)

 

OPENING Con la presenza degli artisti Sabato 12 maggio alle ore 18

Suoni: FRANKENSTEIN Sound Lab

Piazzale Gazzadi, 4 – Sassuolo

orari di apertura:

sabato – domenica 16.00-19.00

per appuntamento: 392 4811485