Per il comitato dei cittadini di Ripoli si tratta di un “disastro” nato da un “progetto veramente sconsiderato”, per Autostrade per l’Italia al contrario “non c’è nessun rischio per i residenti” e una volta terminati i lavori la situazione ritornerà alla normalità. Secondo i tecnici di Ispra e Irpi-Cnr, “la riattivazione repentina di tutto l’ammasso franoso è estremamente improbabile” ma sono da prendere comunque in considerazione “alcune modifiche alla modalità di scavo”. C’è poi il sindaco di San Benedetto Val di Sambro, che dal canto suo assicura di “aver sempre chiesto lavori a norma” ma, per far sì che “questa brutta esperienza passi il prima possibile”, si dice non disposto a schierarsi con chi “chiede lo stop dei lavori e basta”.

I giudizi sui lavori per la Variante di valico nel tratto che attraversa Ripoli Santa Maria Maddalena, frazione sull’appennino bolognese interessata dallo spostamento di un fronte franoso, sono quanto mai complessi e diversi tra loro, e proprio per questo motivo la commissione regionale Territorio, ambiente, mobilità, presieduta Damiano Zoffoli, ha ascoltato oggi, in quattro separate audizioni (per un totale di circa sei ore) tutte le parti in causa coinvolte nel progetto.

Il Comitato dei cittadini di Ripoli: “Diventeremo un paese fantasma”

Lamentano di venire “sistematicamente ignorati” e che “nessuno ha mai preso in considerazione l’ipotesi di avvisare chi abita nella zona”; sostengono che i lavori per la Variante di valico non sono altro che “un disastro”, nato da un “progetto originale veramente sconsiderato partorito nella più completa disinformazione della geologia del territorio”, anche se poi “la responsabilità maggiore è di chi ha approvato i lavori”: i cittadini di Ripoli, che si sono costituiti in un Comitato per meglio far valere le proprie ragioni, dicono di non riuscire nemmeno più a dormire tranquilli la notte causa i movimenti del terreno causati dai lavori per la Variante.

“Vi rendete conto di cosa vuol dire dormire in una casa che si sposta ogni giorno?- spiega Dino Ricci del Comitato- Non bastano le affermazioni di Autostrade, noi non siamo assolutamente tranquilli”. Anche perché “è stato firmato un protocollo di accordo tra le parti, ma senza di noi, non siamo mai stati riconosciuti come parte in causa- accusano-, ora la nostra prospettiva è di vivere in un paese che diventerà un paese fantasma”. E per questo gruppo di cittadini “l’unica cosa che il sindaco doveva fare era emanare una ordinanza per fermare i lavori”: ma del resto, fanno notare, “anche dall’Assemblea legislativa erano giunte indicazioni precise per la sospensione dei lavori e l’avvio di verifiche, ma la Giunta non le fa proprie”.

Autostrade per l’Italia: “Opera strategica, e finiti i lavori si fermeranno i movimenti”

Nessun paese che muore: il fronte franoso che potrebbe essere riattivato dai lavori per la Variante di Valico “si muove di pochi millimetri al mese” e comunque sia “questo movimento è iniziato coi lavori e coi lavori finirà, com’è successo già solo quando abbiamo interrotto i lavori a Pasqua”: Gennarino Tozzi, condirettore generale Sviluppo rete di Autostrade per l’Italia è sicuro che “non ci sarà nessun rischio per le persone” e giura che “per gli eventuali danni sarà riconosciuto ciò che è dovuto”. Ma di interrompere i lavori, spiega, non se ne parla, perchè la Variante di Valico è “un’opera che interessa tutto il Paese”, perchè “la Bologna-Firenze è una arteria vecchia dove gli incidenti sono superiori dell’80% alla media nazionale” e quindi la scelta sarebbe tra “fermare tutto” oppure “ridurre i disagi e gli allarmismi e portare avanti una infrastruttura che è attesa da 30 anni”. Autostrade non prenderà in considerazione l’ipotesi di rivedere completamente il progetto, avverte Tozzi, perché “cambiare il tracciato vuol dire perdere 20 anni di lavori e attenderne altri 10 per le nuove autorizzazioni e il nuovo appalto, è semplicemente improponibile”. Tozzi si dice comunque più che disponibile al dialogo, ma specifica che “per noi il rapporto è con le istituzioni, non con i comitati, e per i cittadini l’istituzione di riferimento è il sindaco”, anche perché, accusa, “il comitato di Ripoli esalta immotivamente la situazione”.

Insieme a Tozzi è intervenuto anche Giuseppe Ricceri, presidente dell’Osservatorio ambientale per la Variante di Valico, che assicura di “aver cercato di prevenire tutte le problematiche e proporre soluzioni alternative”. Le misurazioni indipendenti effettuate rivelano comunque “movimento lenti, per cui è altamente improbabile una veloce evoluzione”.

I tecnici: “Riattivazione frana quasi impossibile, ma si cambi modalità scavo”

Sono stati chiamati come parte terza per dare un giudizio oggettivo sui lavori della Variante di valico, ma nemmeno per loro è stato possibile dare un verdetto univoco: secondo i tecnici di Ispra (Istituto superiore per la ricerca ambientale) e Irpi (Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica)-Cnr, infatti, da una parte quella di Ripoli “non è una condizione anomala nell’Appennino emiliano-romagnolo, che conta 70.000 frane” e la “riattivazione catastrofica e repentina di tutto l’ammasso franoso è estremamente improbabile”, ma dall’altra c’è comunque bisogno “di ridurre l’impatto della deformazione sulla superficie”. E se Autostrade per l’Italia “ha detto di aver preso in considerazione alcune modifiche alle modalità di scavo”, riferiscono, ad oggi comunque “il complesso di raccomandazioni non è stato soddisfatto da Autostrade”.

Le istituzioni: il sindaco di San Benedetto Val di Sambro e l’assessore regionale Peri

L’amministratore più prossimo al territorio, il sindaco di San Benedetto Val di Sambro, Gianluca Stefanini, e l’assessore regionale ai Trasporti, Alfredo Peri, che a vario titolo da più di 12 anni si occupa della questione: sono loro i due rappresentanti delle istituzioni intervenuti nella seduta della commissione Ambiente, territorio, mobilità. La linea è la stessa per entrambi: attenzione massima sui lavori, e piena disponibilità ad interromperli in caso di pericolo, ma, come sintetizza Peri, “resta solo il 20% da completare, ci sono ragioni oggettive e certificate per dire ‘si blocca tutto’ e venire via da lì?”.

L’assessore ricorda come l’interesse della comunità sia “la massima sicurezza, la massima garanzia ma anche la massima velocità”, e a questo proposito è “con la mediazione che si raggiungono punti di equilibrio”, fermo restando che “davanti a riscontri troppo negativi rispetto al progetto si lascia tutto subito”. E guai a pensare che la Regione non abbia potere nelle negoziazioni: “Abbiamo firmato un protocollo che impegna Autostrade a mettere a disposizione preventivamente i fondi per i danni- rivendica-, e anche se Autostrade vorrebbe riprendere lavori subito non lo fa per quanto messo in campo da noi come fronte istituzionale”.

La disponibilità della Giunta è massima, informa Peri: “Rapporto mensile? In commissione ogni due mesi?- conclude- Siamo disponibili a tutto, non ci deve essere nessun limite al flusso delle informazioni”.

Gli interventi dei consiglieri regionali: incolumità dei cittadini al primo posto

Ai tecnici chiedono rilevazioni certe che possano spazzare i dubbi da una parte o dall’altra, ai cittadini assicurano che la loro sicurezza viene al primo posto, come già testimoniato dalla risoluzione votata all’unanimità in Assemblea: al di là degli schieramenti, non sembrano discostarsi troppo tra loro le posizioni dei consiglieri regionali intervenuti questa mattina in Commissione.

Marco Monari, capogruppo del Pd, è categorico: “La priorità è l’incolumità dei cittadini- sostiene-, l’opera potrà anche essere strategica, ma noi diciamo no alla realizzazione a tutti i costi” e proprio per questo motivo bisogna capire “se vada bloccato o meno dalle istituzioni il proseguimento lavori deciso da Autostrade dopo le indicazioni dei tecnici”. Più di un consigliere non esita a schierarsi contro la posizione di Autostrade: per Andrea Defranceschi, capogruppo Mov5stelle, “è evidente la drammaticità situazione residenti- dice-, e poi perché dobbiamo distruggere il nostro territorio? Le dichiarazioni di Tozzi sono sconcertanti”. Allo stesso modo Sandro Mandini dell’Idv sottolinea non solo come “il comitato dei residenti, nonostante la continua opera di denuncia e informazione, è stato assurdamente abbandonato dalle istituzioni”, ma anche come “nessuno sappia cosa sta facendo Autostrade nonostante precise indicazioni sui lavori” e come “ci siano numerose lacune nel piano di monitoraggio dell’Osservatorio”. Il consigliere Gian Guido Naldi (Sel-Verdi) chiede ad Autostrade se “lo slittamento del viadotto dell’autostrada e della galleria rientrano nella norma” e poi sottolinea come “anche se i tecnici escludono il crollo del versante comunque chiedono un sistema di allerta continuo e lavori meno impattanti”.

E se il consigliere del Pdl Galeazzo Bignami si preoccupa soprattutto di assicurarsi che “vengano garantiti risarcimenti totali ai residenti danneggiati e alle attività commerciali che non riescono a lavorare”, la collega Silvia Noè dell’Udc si chiede come “sia possibile che non si sappia ancora se si può andare avanti o no quando Ripoli è ormai uno dei siti più controllati d’Italia e c’è in campo una pletora di esperti”.