“I sistemi elettorali, le riforme istituzionali e i metodi di finanziamento ai partiti – che sono materie tecniche della politica – in situazioni di normalità non sono temi di interesse popolare. Purtroppo, in Italia, a causa della situazione drammatica di crisi che sta vivendo la classe politica, questi temi sono diventati fondamentali per far recuperare credibilità alla politica stessa, poiché misurano il rapporto tra Cittadini e Istituzioni”.

Con questa premessa l’on. Salvatore Vassallo, professore ordinario di Scienza Politica all’Università di Bologna e deputato del Partito Democratico, ha introdotto la lezione-incontro, dal titolo “Quale legge elettorale?”, condotta dall’avv. Nilla Barusi, sui temi della legge elettorale e delle riforme istituzionali, organizzata ieri dai Riformisti Insieme all’Hotel Astoria a Reggio Emilia.

Un incontro molto partecipato durante il quale l’on. Vassallo ha risposto alle numerose domande giunte da un pubblico di appartenenza politica eterogena, ma unito dal desiderio di approfondire i veri temi delle riforme per l’Italia di cui l’associazione guidata dal presidente, Simone Montermini, si fa portatrice con iniziative e incontri sul nostro territorio già da tempo.

“Il progressivo discredito della classe politica dirigente è sicuramente accentuato dai modi in cui vengono eletti i parlamentari; la riforma del sistema elettorale diventa quindi decisiva per innestare nuova credibilità e fiducia. La politica però – ha proseguito il professor Vassallo – si sta dimostrando incapace di prendere decisioni e di rispondere anche alle sollecitazioni che vengono dall’esterno: è stato necessario creare un governo tecnico anche solo per tenere in ordine i conti pubblici. E’ evidente che la Seconda Repubblica ha fallito, mettendo insieme coalizioni molto forti e contrapposte ma molto eterogenee e divise al loro interno”.

Quindi il professor Vassallo è passato ad illustrare i principali sistemi elettorali a cui potersi ispirare, sottolineando il fatto che “risulta estremamente difficile realizzare una riforma elettorale a meno di un anno dal voto, perché i partiti, in particolare ancora di più questi partiti, sono più orientati al proprio tornaconto elettorale che all’interesse generale del Paese”.

Passando dall’analisi del sistema elettorale francese a quello tedesco, dai sistemi più proporzionali a quelli maggioritari, l’on. Vassallo ha proposto quindi alcune considerazioni interessanti: “al fine di legare maggiormente gli elettori agli eletti – ha spiegato – occorre o introdurre le preferenze, con tutte le problematiche già vissute, o ridurre i collegi fino a farli diventare uninominali. Per fare una cosa seria non si può parlare di riforme elettorali senza parlare di sistemi istituzionali, in particolare non serve a nulla ridurre di poche unità il numero dei parlamentari se non si abolisce il bicameralismo perfetto, fonte di inefficienza su vari livelli. Inoltre – ha precisato Vassallo – vi è un’assoluta mancanza di linea strategica dei partiti su un tema così importante: ogni settimana cambiano idea in base agli avvenimenti contingenti e questo rende ovviamente impossibile qualsiasi tipo di ragionamento”.

Molte le domande sia di natura tecnica che di natura strettamente politica da parte del pubblico, contraddistinte tutte però da una profonda linea di pessimismo nei confronti di un sistema politico palesemente incapace di rispondere alla richiesta di efficienza e riforme che il Paese chiede e che i problemi a cui ci troviamo esposti richiedono urgentemente.

Un sentimento di sfiducia che l’on. Vassallo non è riuscito modificare quando in conclusione di serata ha aggiunto “In questo scampolo di legislatura sarà molto difficile arrivare alla definizione di una riforma elettorale e di significative novità nel campo delle riforme istituzionali. Realisticamente è necessario lavorare affinché la prossima legislatura si configuri anche come una legislatura costituente. Per farlo occorre però mettere in campo una classe dirigente politica credibile, rinnovata, riformista: per questo sarà fondamentale la modalità, ad esempio le primarie, con cui verranno selezionate le persone.

Anche il risultato delle recenti elezioni amministrative – ha concluso l’on. Vassallo – ci fornisce indicazioni precise: il centrodestra esce fortemente ridotto, ma al contempo il PD non guadagna certo voti anzi, in molte parti d’Italia addirittura ne perde anche a scapito di movimenti nuovi importanti sul piano politico, come è accaduto con il Movimento 5 Stelle a Parma”.

 

Sarcastico infine il commento del professor Vassallo che ha concluso l’incontro con la riflessione che “forse anche questa è una strada per dare avvio alle riforme: acquisire finalmente la consapevolezza che il sistema politico difficilmente potrà riformarsi dall’interno e che per farlo quindi serviranno nuovi protagonisti politici”.