Il consigliere Damiano Zoffoli (Pd) ha rivolto un’interrogazione alla Giunta regionale in cui cita i commi 6, 7 e 8 dell’articolo 4 del Dlgs 95/2012, “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”, noto come “spending review”, tuttora in discussione.

I commi ricordati, scrive Zoffoli, che “affrontano, fra l’altro, il tema dell’affidamento della fornitura di servizi da parte della pubblica amministrazione al privato sociale, non tengono in debita considerazione il fatto che esistono multiformi tipologie di rapporto (per esempio: servizi in accreditamento, convezioni sottoscritte da organizzazioni di volontariato per servizi di assistenza resi sul territorio, co-progettazione …) e che i servizi oggetto di tali contratti sono normalmente servizi alla persona”.

Pur condividendo l’obiettivo, dichiarato dal Governo Monti, di eliminare gli sprechi, “procedendo non con tagli lineari, ma con interventi strutturali” rivolti a migliorare la produttività della pubblica amministrazione, – sottolinea il consigliere – i citati passaggi dell’articolo 4 del decreto legge sulla ‘spending review’ sarebbero “un duro colpo” per “ogni applicazione concreta del principio di sussidiarietà, orizzontale e verticale”.

In sostanza, – afferma l’esponente del Pd – si mortificherebbe l’iniziativa dei cittadini e si ingesserebbero “in esorbitanti procedure competitive” attività che “non hanno alcun rilievo economico, ma sono rivolte alla cittadinanza, creano capitale sociale territoriale e legami di comunità”.

Lo strumento dell’appalto pubblico, secondo lo schema previsto dal combinato disposto dei tre commi, diventerebbe – ad avviso del consigliere – l’unica forma di acquisizione di servizi per le pubbliche Amministrazioni. Ciò senza salvaguardare le prerogative di legge previste per le cooperative e le imprese sociali, e impedendo ad altri soggetti non profit di poter continuare ad offrire importanti e qualificati servizi per la collettività e occasioni di lavoro per i soggetti svantaggiati.

Zoffoli ricorda inoltre che “tutte le organizzazioni del Terzo settore si sostengono grazie ad un insieme di strumenti – che vanno dalle convenzioni e dagli affidamenti diretti dal pubblico, al finanziamento di progetti specifici fino alla raccolta fondi di privati – e sarebbe un errore privarle anche di una sola di queste fonti”.

Il consigliere ritiene quindi indispensabile che sia riconosciuta la funzione di tutti quei soggetti del Terzo settore che, senza scopo di lucro o comunque con scopo mutualistico, costituiscono una parte importante del sistema di welfare del nostro Paese. Non si tratta, infatti, di costi da tagliare, ma di risorse importanti, da preservare.

Zoffoli chiede quindi alla Giunta se siano state valutate le “drammatiche” conseguenze che l’applicazione del combinato disposto dei commi citati comporterebbe al sistema del welfare anche in Emilia-Romagna; quali azioni intenda intraprendere per modificare questa previsione per evitare che gli stessi Enti locali siano costretti ad azzerare le convenzioni, con costi molto più alti dei risparmi che si intendono raggiungere; quali iniziative ritenga opportuno assumere per salvaguardare la normativa sui cosiddetti lavoratori svantaggiati.