Egregio signor Rossi

Essendo giunti al termine di questo pubblico scambio di opinioni ma avendo Lei detto, nella sua ultima di dichiarazione, cose gravissime alle quali non si può non reagire, le invio questa mia ultima email.

Mi riferisco alla sgradevole quanto inopportuna oltre che impropria citazione di Norimberga. Implicitamente Lei da dei criminali (paragonandoli al pari dei nazzisti che commisero atti e crimini atroci contro l’umanità che avrebbero bisogno di essere processati da un tribunale internazionale di quella portata) al sottoscritto e tutti coloro che non la pensano come Lei in fatto di legalizzazione delle droghe e che invece pensano che leggi che ne vietano il consumo siano una scelta giusta (glielo ripeto: non criminalizzando, cioè considerandolo un reato punibile in ambito penale chi usa droghe, ma sanzionandolo in via amministrativa come deterrente sociale).

Questo non è accettabile sotto tanti punti di vista, perchè ingiusto alla prova dei fatti, francamente diffamatorio, offensivo della dignità delle persone ma soprattutto arrogante nel pensare che solo il suo pensiero e modalità di azione, siano giusti e insindacabili e che costituiscano addirittura il punto di riferimento etico e giuridico internazionale al punto tale da far classificare i suoi oppositori come criminali e sterminatori di esseri umani. Posizione francamente offensiva soprattutto per persone e professionisti come me e tante altre impegnate nel campo della lotta alla droga e nella cura dei tossicodipendenti, in quanto Lei le ha messe alla stregua di criminali nazisti. Delirio di una notte di mezza estate? Evidentemente si.

Pertanto le rimando al mittente le sue gratuite offese chiedendoLe per contro se veramente con il suo comportamento, le sue dichiarazioni ed esternazioni che da sempre fa nei confronti dell’uso di droghe, della loro legalizzazione e tutte le sue teorie esistenziali, pensa di aver fatto una migliore azione di prevenzione dell’uso di droghe e dato segnali utili ed importanti ai suoi giovani fans o alle persone tossicodipendenti, di quanto persone come me e operatori impegnati da sempre nella prevenzione e nel recupero delle persone tossicodipendenti, hanno fatto in questi anni. Si metta una bella mano sulla coscienza sulle conseguenze che queste sue azioni possono aver avuto su tanti ragazzi particolarmente vulnerabili ed affascinati dalla così detta vita spericolata, dall’abuso alcolico e dalle droghe. Lei sicuramente non è un modello di vita per i nostri giovani e non può certo auto promuoversi a giudice onorario della corte di Norimberga, non ne ha ne le capacità, la preparazione e il curriculum vitae adeguato. Valuti bene anche il fatto che essere ricco e famoso non le da ne l’immunità ne il privilegio di essere fortemente offensivo e arrogante come è stato nella sua ultima e speriamo finale esternazione.

Sempre a disposizione.

Giovanni Serpelloni