Le persone che già seguono una terapia farmacologica per la cura di malattie croniche possono tranquillamente continuare ad usare i farmaci che ben conoscono. Il chiarimento arriva da Federfarma Modena, l’Associazione provinciale dei titolari di farmacia che, riprendendo quanto precisato dal Ministero della Salute, intende sgombrare il campo dal rischio di una interpretazione non corretta da parte dei cittadini delle nuove regole in materia di prescrizione dei farmaci. Al riguardo, si ricorda che da metà agosto il legislatore ha fissato come principio generale che un medico che prescriva una nuova terapia ad un suo paziente deve indicare il principio attivo, e non più il nome commerciale del prodotto.

“E’ importante che si conosca la regola, ma anche le possibili eccezioni previste nell’ambito della normativa. È quindi utile ricordare, oltre a quanto detto rispetto alle malattie croniche, che il cittadino, qualora lo desideri, senza difficoltà può scegliere tra farmaco equivalente o di marca e che l’unico obbligo che resta a suo carico è il pagamento della differenza di prezzo” spiega il presidente di Federfarma Modena Silvana Casale.

Buona parte dei modenesi ha compreso le opportunità di risparmio che offre il farmaco equivalente, non possiamo però dimenticare che, soprattutto in materia di salute, il cambiamento suscita diffidenza e che anche questo aspetto va governato. Per questo è fondamentale il lavoro puntuale d’informazione e di educazione sanitaria che soprattutto i medici di medicina generale e i farmacisti del territorio svolgono quotidianamente.

“Nessuna imposizione dunque nei confronti dei cittadini – conclude Silvana Casale – Non dobbiamo però dimenticare che l’indicazione obbligatoria da parte del medico nella ricetta del Servizio Sanitario Nazionale della sola denominazione del principio attivo risponde ad una precisa esigenza di razionalizzazione della spesa sanitaria, che responsabilizza l’intera comunità”.